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Ucciso nell’area di servizio, il giallo dell’arma scomparsa: nuovi accertamenti

MONDRAGONE/CELLOLE. Nuovi esami sull’omicidio Magrino: la Procura vuole far luce sui dettagli del delitto

 

Le indagini sull’assassinio di Luigi Magrino (nella foto) non si fermano. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, che coordina l’inchiesta sul caso avvenuto il 28 aprile 2025 all’interno dell’area di servizio Agip di Mondragone, ha disposto nuovi accertamenti tecnico-scientifici per chiarire ogni aspetto della vicenda.

 

Negli ultimi giorni, i consulenti nominati dall’autorità giudiziaria hanno eseguito analisi sul sangue rinvenuto sugli abiti e sul volto della vittima, con l’obiettivo di stabilire se sulla scena del crimine fosse presente un’altra persona oltre all’autore materiale del colpo mortale.

 

Già a luglio era stato effettuato l’esame balistico sul proiettile estratto dal corpo di Magrino, passaggio indispensabile per la comparazione con l’arma utilizzata, che tuttavia non è mai stata ritrovata. La pistola scomparsa resta infatti uno dei punti più oscuri di tutta la vicenda.

 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, a sparare sarebbe stato Giancarlo Pagliaro, imprenditore molto conosciuto a Mondragone e titolare del mobilificio Franchino. L’uomo è indagato per omicidio volontario.

 

La vittima, Luigi Magrino, era originario di Cellole ma viveva da tempo a Formia. Commerciante e uomo d’affari, era noto nell’ambiente per le sue numerose attività economiche.

 

Le indagini, tuttora in corso, sono affidate ai carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, coordinati dal colonnello Bandelli, che continuano a raccogliere elementi utili per chiarire dinamiche, movente e responsabilità di un delitto che ha scosso l’intera comunità del litorale domizio.

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