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In 10 dal giudice dopo la retata della settimana scorsa nelle piazze di spaccio

San Felice a Cancello. Si sono svolti oggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere gli interrogatori dei 10 soggetti arrestati 5 giorni dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni che diedero esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafi. Sono ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish e di detenzione ai fini di spaccio, in concorso, di stupefacenti.

Dal carcere di Secondigliano sono stati accompagnati a Santa Maria Capua Vetere Aniello Turnacco, Bruno Castaldo, Rino Gagliardi e Salvatore Cioffi.

I dieci indagati si sono avvalasi tutti della facoltà di non rispondere. Nel collegio difensivo gli avvocati Orlando Sgambati e Clemente Crisci.

L’obiettivo ora è puntato sul Riesame.

I fatti e i soggetti coinvolti

Le indagini, svolte dal personale del Nucleo Operativo della citata Compagnia dal maggio del 2022 al gennaio 2023, hanno consentito, anche attraverso l’espletamento di attività tecniche, di disvelare l’esistenza di un gruppo criminale dedito al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti con base operativa nel comune di San Felice a Cancello.

 

Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di due distinte “piazze di spaccio” di cui una operante in San Felice con base nelle palazzine popolari di via
Fosse e l’altra operante nella frazione Talanico di San Felice a Cancello.
La prima era guida da Aniello Turnacco con la complicità dei fratelli Castaldo e di altri soggetti tra cui i genitori e Giovanna Tornacco.
L’altra “piazza di spaccio”, operante nella frazione Talanico del comune di San Felice a Cancello, sarebbe stata invece coordinata da Salvatore Cioffi con la
collaborazione di altri soggetti Aniello Bernardo detto Spicchitiello
Le due “piazze di spaccio” erano del tutto autonome, si accertava che il canale di rifornimento dello stupefacente all’ingrosso fosse il medesimo ovvero che tutto avvenisse sotto la supervisione di Rino Gagliardi che, a sua volta, si riforniva della droga da reimmettere sul mercato nell’area Nord della provincia di Napoli e, in particolare, da Ferruccio Corrado di Mugnano.

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