
Don Maurizio Patriciello, prete che da anni combatte contro la camorra a Caivano, nel Parco Verde, è stato minacciato durante la messa che stava celebrando ricevendo un proiettile in un fazzoletto. Alcune ore prima c’era stata una stesa di giovani delinquenti che hanno esploso colpi di pistola tra le palazzine.
Questo ha scatenato la dura reazione dello stato che ha intensificato i controlli sul territorio e dispiegando le forze dell’ordine oggi con una operazione interforze.
Il Tg Regione, in merito alla questione, ha intervistato la sanfeliciana Eugenia Carfora, dirigente scolastica dell’Istituto Morano del Parco Verde di Caivano.
Alla domanda di che idea si è fatta relativa a cosa sta accadendo ha risposto:
“Prova di resistenza, noi dobbiamo esserci, essere pronti per qualsiasi evenienza, perché dobbiamo aiutare la gente a trovare i varchi della libertà. I giovani della scuola sono meravigliosi. E noi dobbiamo essere di esempio e non dobbiamo avere paura”
Ha poi risposto alla domanda, “Cosa è cambiato col decreto Caivano?:
“Gocce di acqua che scendono e adesso diventano piano piano fiumi e onda del benessere. Dobbiamo saper aspettare . Ci vuole pazienza ”
Ha poi concluso dicendo:
“Non bisogna impressionarsi. Bisogna insistere. Avere pazienza. Arriverà quel giorno bello. Soltanto dobbiamo crederci maggiormente, di più e tutti insieme. Don Maurizio sta facendo la sua parte. Se lo vogliamo aiutare ognuno faccia meglio quello che deve fare ogni mattina”.
La speranza dei suoi concittadini
Parole davvero significative e che lasciano il segno quelle di Eugenia Carfora, che nella sua città, San Felice a Cancello è consigliere comunale.
In tanti a San Felice auspicano per il prossimo futuro una sua maggiore incidenza sul territorio, infatti alle ultime elezioni, nonostante avesse una lista sola e nemmeno completa, ha preso una barca di voti risultando la vincitrice morale.
Chiaramente è ancora impegnata nella sua mission in quel territorio di frontiera, ma tanti suoi concittadini la aspettano anche per contribuire a risvegliare una città spenta, dove la sera si fa la corsa a chiudere presto le attività e dove le piazze sono quasi sempre vuote, a differenza dei comuni limitrofi.

