
CAPUA. “Andiamo a fare l’amore poi ti do il regalo”. Con queste frasi, pronunciate con insistenza, il sacerdote cercava di convincere il giovane a seguirlo in momenti di intimità. In altre circostanze lo ammoniva a non avere rapporti con donne, sostenendo che avrebbe solo avuto problemi, fino ad aggiungere: “vieni che ti calmo io”.
Secondo le indagini della Procura di Napoli, per un arco di tempo di cinque anni – dal 2014 al 2019 – il religioso avrebbe approfittato della fragilità di un ragazzo con disabilità, abusando di lui all’interno del centro Don Orione di Ercolano. La vittima, originaria di Capua e rappresentata dall’avvocato Paola Santantonio, ha raccontato la propria vicenda in sede di incidente probatorio, confermando con lucidità le violenze subite.
L’uomo accusato è Don Roberto Gerolamo Filippini, sacerdote nato nella provincia di Como ma da tempo residente a Ercolano. Secondo l’accusa, il prete avrebbe sfruttato la condizione di minorata difesa del giovane, approfittando della sua vulnerabilità psicologica per costringerlo a subire atti sessuali.
Il procedimento penale di primo grado si è concluso con la sentenza emessa dal Tribunale di Napoli, collegio della nona sezione, che dopo una lunga e complessa istruttoria ha riconosciuto la responsabilità dell’imputato. La condanna inflitta ammonta a 8 anni e 7 mesi di reclusione, con l’interdizione dai pubblici uffici e l’obbligo di risarcire la vittima, oltre al pagamento delle spese processuali.
Gli avvocati Licia Gianfaldone e Mario Acquaruolo hanno difeso Filippini nel corso del dibattimento, tentando di smontare le accuse. Tuttavia, la ricostruzione della pubblica accusa, supportata dalle dichiarazioni della parte lesa e dagli elementi raccolti durante le indagini, ha trovato pieno accoglimento nei giudici.
Il caso ha destato forte indignazione, sia per la durata degli abusi sia per il contesto in cui sarebbero avvenuti: un istituto religioso, luogo che dovrebbe rappresentare protezione e sostegno, trasformato invece – secondo l’accusa – in scenario di gravi violenze.

