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Droga e armi, carcere per il nipote del ras

Aversa. Droga, estorsioni e armi: confermato il carcere per il nipote del boss Cennamo

 

Resta dietro le sbarre Bruno Franzese, 43 anni, originario di Aversa e parente di Antonio Cennamo, noto come “Tonino ‘o malommo”. La quinta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Rosa Pezzullo, ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa e confermato la misura cautelare della detenzione in carcere, già disposta dal gip di Napoli e ratificata dal tribunale del Riesame.

 

Franzese, conosciuto con il soprannome di “’o nano”, era stato arrestato lo scorso febbraio insieme ad altre 16 persone nell’ambito di un’ampia inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Le accuse a suo carico sono pesanti: associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, detenzione e porto di armi, traffico di stupefacenti e spaccio, il tutto aggravato dal metodo mafioso e con la finalità di favorire il clan Pezzella, radicato tra Frattamaggiore, Frattaminore e comuni vicini.

 

Le indagini condotte dal Commissariato di Frattamaggiore, dalla Squadra Mobile di Napoli e dalla Compagnia dei Carabinieri di Casoria hanno ricostruito la rete di affari illeciti del gruppo criminale. Secondo gli investigatori, il sodalizio imponeva il pizzo a imprenditori e commercianti, utilizzava armi per mantenere il controllo del territorio e gestiva un fiorente mercato della droga, con cocaina, hashish, marijuana e crack. Non mancavano episodi di intimidazione violenta, finalizzati ad affermare l’egemonia del clan Pezzella e contrastare organizzazioni rivali, come quella Cristiano–Mormile.

 

I legali di Franzese avevano chiesto l’annullamento della misura cautelare, sostenendo che il loro assistito non potesse essere ritenuto partecipe al clan in quanto già detenuto tra il 2022 e il 2024. La Suprema Corte, però, ha ritenuto infondata la tesi difensiva: per i giudici, il 43enne aveva un ruolo operativo nel gruppo, eseguendo le direttive dei capi soprattutto nelle attività estorsive condotte sul territorio dell’hinterland a nord di Napoli.

 

Con questa decisione, la Cassazione conferma quindi la piena validità dell’impianto accusatorio e la permanenza in carcere di Bruno Franzese.

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