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Accusato di aver ucciso il padre: la testimonianza del fratello durante l’udienza

San Felice a Cancello. Il 20 dicembre dell’anno scorso, un uomo di origini cinesi di 48 anni, Zhan Yingjiao è stato ucciso. L’omicidio avvenne a San Felice a Cancello lungo  via Circumvallazione. Sotto processo per tale delitto, ci è finito il figlio 28enne della vittima, Zhan Ziqiang.

Durante il processo di questa mattina, il 28enne ha voluto chiedere scusa per ciò che è avvenuto. Stando a quanto è emerso, il ragazzo avrebbe ucciso il genitore durante una lite con diverse coltellate.

L’avvocato G. V., difensore che rappresenta il giovane, ha chiesto, durante l’udienza di stamani, che il suo difeso venga ammesso ad un percorso “giustizia riparativa”.

Durante l’udienza la difesa ha interrogato il fratello dell’imputato, in modo da far luce sul complesso quadro familiare in cui il 28enne viveva. A quanto pare, i rapporti tra il padre, la madre e i figli, erano piuttosto difficili. Stando al racconto del fratello dell’imputato, il 48enne arrivò qui in Italia nel 2000 e conobbe il figlio, ora imputato, solo quando quest’ultimo aveva 12 anni.

I due andarono a vivere prima a Rimini, per poi andarsene via e arrivare in Campania. Stando al testimone, il loro genitore non ha mai mostrato affetto verso l’imputato o in generale, adottando sempre un comportamento ostile nei suoi confronti, rivolgergli solo rimproveri e aspre critiche.

Addirittura, stando sempre al testimone, quando i due figli subirono una rapina in negozio, il padre, invece di preoccuparsi per loro, li ha attaccati dicendo loro che non erano stati capaci di difendere l’attività.

Anche con la madre, i rapporti erano molto tesi, caratterizzati da continue liti, e almeno una volta, il 48enne ha alzato le mani contro la donna mentre erano a Rimini, picchiandola così violentemente che le provocò un trauma cranico e fu portata in ospedale.

Il testimone, per quando riguarda poi il denaro che è stato ritrovato nella vettura dell’imputato, quando quest’ultimo è stato arrestato, ha ammesso che si trattava del denaro che gli venne regalato per il suo matrimonio, messi lì solo per un po’.

Il PM, M. C., era presente durante l’udienza per conto della procura. Il presidente della corte, sentita la testimonianza, ha rinviato il processo al 28 ottobre.

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