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Ufficio tecnico in un turbine di sesso e pratiche: verdetto per 21, 12 sono salvi

CASTEL VOLTURNO. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha messo la parola fine al procedimento che per anni ha acceso i riflettori sull’ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno. Ventuno imputati complessivi, di cui otto condannati e dodici assolti, con pene pesanti per alcuni funzionari coinvolti.

La sezione presieduta dal giudice Giovanni Caparco ha inflitto 7 anni e 2 mesi di reclusione ad Antonio Di Bona, ritenuto figura centrale dell’intero meccanismo. Quattro anni di carcere per Antonio Cacciapuoti, Giuseppe Antricetti e Giovanni Rotondo. Un anno e mezzo, invece, per Carmine Noviello, Giuseppe Russo, Luigi Cassandra e Rocco Fittipaldi. Sono state invece pronunciate numerose assoluzioni: tra queste quella di Giuseppe Verazzo, Domenico De Simone, Michele Cerciello, Francesco Morrone e Raffaele Paparo, dichiarati non colpevoli perché il fatto non sussiste. In altri casi, come per Alessandra Puopolo e Antonio D’Andrea, il reato contestato non è più previsto dall’ordinamento. Prescrizione, invece, per Carmine Brancaccio e Mario Mansueto.

L’inchiesta, portata avanti dalla Procura con il supporto dei carabinieri, aveva svelato un sistema diffuso di corruzione nella gestione delle pratiche edilizie. Le indagini, basate su intercettazioni e riprese ambientali, hanno documentato favoritismi, atti falsificati e perfino richieste di prestazioni sessuali in cambio di agevolazioni burocratiche. Secondo gli investigatori, Di Bona arrivava a pretendere incontri intimi per accelerare l’iter delle autorizzazioni, episodi ripresi dalle telecamere piazzate negli uffici comunali.

Il quadro emerso descriveva un contesto in cui alcuni dipendenti agivano singolarmente per ottenere benefici personali, pur senza un’organizzazione stabile. In particolare, il dirigente Carmine Noviello e altri funzionari risultavano consapevoli del ruolo da svolgere per velocizzare le pratiche e indirizzarne l’esito.

La sentenza, attesa da anni, ha sollevato grande attenzione anche per la posizione di figure di rilievo istituzionale. Tra gli assolti spicca il comandante della polizia municipale Domenico De Simone, per il qual efinisce un incubo.

Con questa decisione, cala il sipario su una vicenda che ha segnato profondamente la vita amministrativa di Castel Volturno e che per lungo tempo ha offuscato l’immagine dell’ente locale.

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