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Pizzo per il clan, processo per i parenti dei boss

GRAZZANISE/CASAPESENNA. Si è tenuta ieri, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la prima udienza del procedimento che vede imputati Alessandro Mezzero, nipote del capoclan Antonio Mezzero, e Giovanni Diana, cognato di Salvatore Nobis detto “Scintilla”, figura ritenuta vicina al boss Michele Zagaria.

Quello che inizialmente avrebbe dovuto essere un processo ordinario ha cambiato direzione: dopo un primo no da parte del Tribunale di Napoli, i giudici hanno accolto l’istanza delle difese concedendo ai due imputati l’accesso al rito abbreviato condizionato. La decisione è arrivata durante l’udienza di ieri, modificando di fatto il percorso giudiziario.

Le contestazioni

Il pubblico ministero Vincenzo Ranieri contesta a Mezzero il tentativo di estorsione nei confronti del gestore di una sala da gioco illegale a Curti e di un imprenditore del settore edile residente a San Prisco.

Diana, invece, secondo gli investigatori, avrebbe svolto il ruolo di referente del clan dei Casalesi nella zona di Sant’Andrea del Pizzone, partecipando a una richiesta estorsiva collegata alla compravendita di un capannone a Torello, frazione di Francolise.

I contrasti interni

Da tale episodio sarebbe nata una frattura all’interno del gruppo criminale: diversi affiliati, infatti, avrebbero cercato di inserirsi nella trattativa per reclamare una parte dei profitti legati all’operazione.

Con l’ammissione al rito abbreviato, l’intero procedimento seguirà un canale alternativo che, in caso di condanna, prevede uno sconto di un terzo della pena.

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