
AVERSA/MADDALONI/CASAGIOVE. Si è aperta stamattina, presso la cittadella giudiziaria di Salerno, l’udienza preliminare per l’assassinio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso a colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010. Tra le novità emerse in aula c’è la decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri di costituirsi parte civile, insieme ad altri enti e associazioni: in totale sono 23 le richieste presentate.
Sul banco degli imputati figurano il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo di Aversa, l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi di Casagiove (sposato con la maddalonese Emilia D’Albenzio), Romolo Ridosso – legato al clan Loreto-Ridosso – e l’imprenditore Giuseppe Cipriano, accusati di avere avuto un ruolo nella vicenda che portò alla morte del “sindaco pescatore”. Un quinto indagato, Giovanni Cafiero, risponde solo di traffico di droga.
Secondo la ricostruzione investigativa, Vassallo sarebbe stato eliminato perché aveva scoperto un giro di stupefacenti ad Acciaroli e si apprestava a denunciarlo. In questo contesto, i carabinieri Cioffi e Cagnazzo avrebbero avuto ruoli di supporto: sopralluoghi preliminari o presunti depistaggi. Nessuno degli imputati, tuttavia, è ritenuto l’esecutore materiale del delitto.
Le parti civili ammesse
Tra le richieste di costituzione figurano, oltre al Governo, i ministeri dell’Interno e della Giustizia, l’Anci, la Provincia di Salerno, il Comune di Pollica, la Fondazione Vassallo, la Fondazione Polis della Regione Campania, l’associazione Libera e altre realtà impegnate nella lotta per la legalità. A sorpresa, si è costituito parte civile anche Bruno Humberto Damiani, brasiliano che in passato era stato indagato e persino arrestato per l’omicidio, poi totalmente scagionato. L’udienza è stata rinviata al 17 ottobre.
La voce della Fondazione Vassallo
Grande soddisfazione è stata espressa dai familiari della vittima e dalla Fondazione che porta il suo nome. Dario Vassallo ha ribadito: “Non vogliamo vendetta, ma solo verità. Dopo quindici anni siamo arrivati a un passaggio cruciale: cinque persone sono finalmente imputate. Oggi lo Stato ha dimostrato di esserci, unendosi a noi in questa battaglia di legalità”.
Il vicepresidente Massimo Vassallo ha sottolineato il valore storico della giornata: “Non è solo un processo per la nostra famiglia, ma un passaggio fondamentale per il Sud e per tutta l’Italia. Angelo è diventato un simbolo per chi crede nella democrazia”.

