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Figlio del capoclan inguaia imprenditore con nuove rivelazioni

CASAL DI PRINCIPE. Nel processo in corso a Santa Maria Capua Vetere sul presunto ruolo di alcuni imprenditori nei meccanismi di assegnazione degli appalti legati al clan dei Casalesi, il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone – figlio del boss Francesco detto Sandokan – ha ricostruito davanti ai giudici la figura di Tullio Iorio, imprenditore ritenuto vicino al gruppo criminale.

Secondo la ricostruzione resa in aula, Iorio avrebbe agito come vero e proprio mediatore tra le imprese e il clan, sfruttando la protezione garantita dai Casalesi per ottenere commesse importanti. Un ruolo che, sempre secondo Schiavone, lo avrebbe portato a gestire affari di rilievo, come quello del piazzale del centro commerciale Auchan di Giugliano in Campania. In quell’occasione, racconta il collaboratore, emersero anche tensioni interne tra gli stessi Schiavone e l’imprenditore, legate alla divisione dei guadagni.

Il pentito ha ricostruito anche altri episodi, tra cui la vicenda delle piazzole per lo smaltimento dei rifiuti a Ferrandelle. In quell’appalto, Iorio avrebbe avuto un ruolo centrale, muovendosi con l’appoggio di altri operatori economici e garantendo al clan consistenti introiti. Non solo: lo stesso imprenditore sarebbe riuscito a inserirsi anche nei lavori pubblici affidati dalla Provincia di Caserta durante la presidenza di Sandro De Franciscis (non coinvolto nelle indagini), approfittando di un rapporto considerato privilegiato.

Il collaboratore ha parlato di tre appalti provinciali dal valore complessivo di circa tre milioni di euro, suddivisi tra Iorio e altri imprenditori ritenuti vicini al clan. Una posizione che lo avrebbe reso inviso a diversi colleghi del settore, ma che – sempre secondo la ricostruzione – veniva comunque protetta proprio dai rapporti con i Casalesi.

Il procedimento, che vede imputati gli imprenditori Raffaele Pezzella, Tullio Iorio, Vincenzo Ferri e Giovanni Cacciapuoti per concorso esterno in associazione mafiosa, è seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli con il pm Maurizio Giordano. Le difese sono affidate a un collegio di legali composto, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Alfonso Quarto, Claudio Sgambato e Domenico Cesaro.

Il processo proseguirà a ottobre con il controesame di altri collaboratori di giustizia, tra cui Giuseppe Misso e Generoso Restina, chiamati a confermare o smentire il quadro delineato dalle parole di Schiavone jr.

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