Santa Maria Capua Vetere. Dopo la sospensione estiva di due mesi, questa mattina nell’aula bunker del carcere “Uccella” di Santa Maria Capua Vetere riprende il maxi processo legato ai presunti pestaggi avvenuti all’interno della struttura penitenziaria il 6 aprile 2020. Secondo l’accusa, quel giorno decine di agenti avrebbero messo in atto violenze sistematiche ai danni di alcuni detenuti, dando vita a uno degli episodi più discussi e controversi degli ultimi anni nel sistema carcerario italiano.
Quella di oggi sarà la 168ª udienza davanti alla Corte d’Assise presieduta da Roberto Donatiello. Il dibattimento era iniziato nel novembre 2022, dopo una lunga fase preliminare che aveva contato già 18 udienze davanti al gup. Da allora il procedimento è andato avanti senza sosta, arrivando a un totale impressionante di 167 udienze. Gli addetti ai lavori ritengono che, vista la complessità del caso, il percorso processuale potrebbe prolungarsi ancora per almeno altri tre anni.
Si tratta infatti di uno dei processi più vasti e delicati mai celebrati in Italia: alla sbarra figurano 105 imputati, tra cui agenti della polizia penitenziaria, figure dirigenziali del carcere e alcuni medici accusati di aver avuto un ruolo diretto o indiretto nella vicenda. A difenderli c’è un esercito di circa 200 avvocati, mentre la lista dei testimoni comprende 180 persone, molte delle quali già ascoltate anche più di una volta nel corso delle udienze.
Il dibattimento si presenta dunque come una sfida giudiziaria senza precedenti, destinata a lasciare il segno non solo per i numeri impressionanti, ma anche per le implicazioni che potrebbe avere sull’intero sistema penitenziario. L’aula bunker, blindata e capace di ospitare centinaia di presenze tra imputati, legali, giudici e giornalisti, sarà ancora una volta il palcoscenico di una vicenda che ha acceso i riflettori nazionali e internazionali sul carcere sammaritano.
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