
Maddaloni. È stata rinviata la prima udienza del procedimento penale che vede coinvolte tre persone accusate di aver messo in piedi un meccanismo illecito basato sul noleggio e la rivendita di autovetture. Secondo le accuse, gli imputati avrebbero sottratto due auto prese regolarmente in affitto, una Volkswagen e una Lancia Y, per poi falsificarne i documenti e ricavarne un guadagno illecito.
Alla sbarra ci sono Silvio Cardone, Teresa Affinito di Maddaloni e Domenico Credendino di Cardito, chiamati a rispondere di frode, falsità ideologica e ricettazione. L’udienza fissata per questa mattina davanti al giudice Raffaele Ferraro del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere non si è potuta celebrare a causa dell’assenza dei testimoni convocati. Su richiesta del pubblico ministero, il sostituto procuratore Gerardina Cozzolino, il magistrato ha quindi disposto un rinvio. A difendere gli imputati gli avvocati Giuseppe Mauro e Bruno Moscatiello.
L’indagine che ha portato al rinvio a giudizio è stata condotta dai Carabinieri di Maddaloni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Cardone avrebbe noleggiato le due vetture senza mai restituirle e interrompendo i pagamenti dovuti alla società di autonoleggio. In particolare, per la Lancia Y sarebbe stata predisposta, con la complicità dell’agenzia di pratiche auto riconducibile ad Affinito, una falsa documentazione di proprietà. L’auto sarebbe stata poi ceduta a Credendino per la somma di circa 7.000 euro.
Quest’ultimo, pur dichiarandosi parte lesa, è a sua volta accusato. L’accusa ipotizza infatti che, dopo aver acquistato la vettura, abbia contribuito a dissimularne la provenienza illegale cedendola formalmente ad altri, comportamento qualificato come “errore determinato dall’altrui inganno”.
Il processo, già rinviato, si preannuncia complesso e sarà centrale per chiarire le responsabilità individuali in una vicenda che intreccia truffa, documenti falsi e auto sparite dal mercato del noleggio.

