
L’AGGIORNAMENTO
SANTA MARIA CAPUA VETERE. Sono dieci le persone finite sotto inchiesta nell’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato alla luce un articolato sistema di spaccio di cocaina e crack all’interno delle palazzine Iacp di via Giotto, conosciute come il “Casermone”.
Il gip Emilio Minio ha emesso quattro provvedimenti cautelari: in carcere è stata condotta Paola Capitella, 42 anni; ai domiciliari il padre Salvatore Capitella, 72 anni, e il nipote Domenico Funiciello, 33 anni; mentre per Antonio D’Orsi, 40 anni, è stato disposto l’obbligo di dimora.
Sono invece indagati a piede libero Angela Capitella (55 anni), Patrizia Capitella (54 anni), Maria Capitella (38 anni), Luigia Funiciello (35 anni), Nicola Marino (20 anni) e Anna Monaco (72 anni). Tutti dovranno rispondere, a vario titolo, dell’accusa di cessione di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta ha preso corpo dopo un blitz effettuato nel settembre 2023, quando i militari hanno raccolto numerose segnalazioni dei residenti esasperati dal continuo andirivieni. Durante le perquisizioni furono sequestrate dosi di droga e soprattutto un quaderno che fungeva da vero e proprio “registro contabile”: con la sigla “B” veniva indicata la cocaina, mentre la lettera “K” si riferiva al crack.
Proprio in quel contesto i carabinieri bloccarono Paola Capitella a bordo di una Fiat Panda, trovandola con 23 dosi di cocaina. Da quell’episodio è partita l’indagine che ha portato a smantellare la piazza di spaccio gestita dalla famiglia nota come “Bob”, capace secondo gli investigatori di muovere affari per circa 60mila euro.
IL LANCIO
Santa Maria Capua Vetere. Nella mattinata di oggi i Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno eseguito un’operazione antidroga che ha portato all’applicazione di quattro misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, tutti appartenenti allo stesso nucleo familiare.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della locale Procura della Repubblica. Le misure consistono in un arresto in carcere, due arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura e condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, si è sviluppata tra settembre 2023 e marzo 2024. Attraverso attività tecniche, pedinamenti, servizi di osservazione e perquisizioni, gli investigatori hanno ricostruito l’esistenza di una fiorente piazza di spaccio nel rione I.A.C.P. della città, riuscendo a documentare centinaia di cessioni di droga. Le sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e crack, provenivano dall’area napoletana e alimentavano un giro d’affari stimato in circa 60mila euro.
Durante le indagini sono stati inoltre sequestrati diversi quantitativi di droga, pari a centinaia di grammi. Fondamentale, spiegano i Carabinieri, è stata anche l’analisi del linguaggio utilizzato dagli indagati: per eludere i controlli e confondere eventuali intercettazioni, i quattro facevano ricorso a un gergo convenzionale, riferendosi allo stupefacente con parole in codice come “caffè”, “magliette”, “bombole”, “partita” o “favore”.
Il quadro probatorio raccolto ha consentito alla Procura di avanzare la richiesta di misura cautelare, accolta dal G.I.P. che ha disposto i provvedimenti eseguiti questa mattina dai militari.
Va sottolineato che l’inchiesta si trova ancora nella fase delle indagini preliminari. Gli indagati, dunque, devono essere considerati innocenti fino a eventuale sentenza definitiva di condanna. Le misure cautelari adottate, infatti, si basano su un contraddittorio limitato alla fase iniziale del procedimento e sarà il giudice del processo a valutare nel merito la fondatezza delle accuse e, se del caso, l’assenza di responsabilità.
L’operazione rappresenta comunque un nuovo colpo inferto al traffico di stupefacenti nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, dove la presenza di piazze di spaccio radicate nei quartieri popolari resta un fenomeno di forte allarme sociale.

