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Bufale e allevamenti, nel mirino i terreni di Schiavone

CASAL DI PRINCIPE. Le nuove indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli si concentrano su un settore storico per la famiglia Schiavone: allevamenti di bufale e coltivazioni agricole, in particolare ortaggi e rape, nella zona di Castel Volturno. L’attenzione investigativa è rivolta ad Antonio Schiavone, fratello di Francesco “Sandokan” Schiavone, arrestato la scorsa settimana.

Nel corso dell’inchiesta, l’imprenditore Francesco Paolella è stato sentito dagli inquirenti, precisando di avere solo rapporti commerciali con Antonio Schiavone, descritto come “agricoltore e allevatore di bufale” attivo nel territorio. Nonostante queste dichiarazioni, la Dda intende approfondire le attività economiche sviluppate da Schiavone negli anni, per capire se si tratti esclusivamente di impresa legittima o se possano costituire strumenti per gestire interessi legati al clan.

La tradizione di allevamento risale a più generazioni, ma l’attuale assetto gestionale è sotto esame, così come la coltivazione di cocomeri e altre produzioni agricole. Un capitolo centrale nella storia del gruppo è la figura di Mario Schiavone, cognato di Sandokan, per anni responsabile diretto della gestione dei terreni e delle trattative con affittuari e cittadini. La sua morte, in circostanze collegate alla criminalità locale, ha aperto un vuoto difficile da colmare.

Già nel 2004 la catena di comando era stata scossa dalla morte di Armando De Angelis, storico amministratore dei fondi agricoli. Dopo il passaggio delle proprietà agli eredi, la gestione operativa restò nelle mani di Antonio Schiavone, che – fino alla scomparsa di Mario – organizzava le coltivazioni, coordinava il personale e stipulava i contratti di affitto, mantenendo saldo il controllo sulle attività produttive e sul territorio.

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