
MARCIANISE. I sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Failms hanno disertato l’incontro convocato in Regione Campania per l’esame congiunto della cassa integrazione straordinaria richiesta dalla Tma, azienda che dal 1° agosto ha rilevato lo stabilimento ex Jabil di Marcianise.
La decisione è arrivata dopo che, nei giorni precedenti, era stato impedito lo svolgimento delle assemblee programmate in fabbrica, limitando la possibilità di confrontarsi con i lavoratori su scelte ritenute cruciali per il futuro produttivo e occupazionale del sito.
L’assenza al tavolo istituzionale rappresenta un segnale di forte tensione interna, con un clima definito ostile e problematico per lo svolgimento dell’attività sindacale. Secondo le organizzazioni, la situazione rischia di compromettere la normale rappresentanza, anche a causa di contrasti con altri gruppi di lavoratori.
Nonostante il mancato accordo, Tma proseguirà con il piano di cassa integrazione speciale già annunciato, che interesserà tutti i 404 dipendenti. Il programma prevede il ricollocamento completo nell’arco di due anni e mezzo: 150 lavoratori coinvolti nel 2025, altri 100 nel 2026 e 50 nel 2027.
Le tensioni si sono acuite con l’attività della Usb, che pur non facendo parte della Rsu ha proclamato scioperi e rivendicato una maggiore rappresentanza interna. L’organizzazione ha richiesto il rinnovo della rappresentanza sindacale, sostenendo di avere un ampio sostegno tra le maestranze. Gli altri sindacati hanno ricordato che eventuali revoche anticipate di una Rsu eletta richiedono procedure precise e documentazione certificata.
Il quadro resta dunque complesso: da un lato l’azienda procede con il suo piano di riorganizzazione e ammortizzatori sociali, dall’altro il fronte sindacale appare diviso e attraversato da tensioni interne che rallentano il confronto istituzionale e rischiano di influire sulla gestione della vertenza.

