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Il clan si butta sui cocomeri: affare da 25mila euro a stagione

CASAL DI PRINCIPE. Dalle dichiarazioni rese da Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco Sandokan Schiavone e collaboratore di giustizia dal 2018, emergono nuovi dettagli su un presunto affare legato alla coltivazione e commercializzazione dei cocomeri nell’Agro aversano.

 

Il racconto attribuisce a Francesco Paolella, commerciante di San Cipriano d’Aversa, un ruolo chiave nel settore. Secondo la ricostruzione, Paolella avrebbe preso in affitto alcuni terreni riconducibili alla famiglia Schiavone, versando circa 25mila euro a stagione per assicurarsi l’esclusiva nella produzione e vendita, sotto la protezione del clan.

 

Questa attività, sempre stando alle parole di Schiavone junior, avrebbe generato frizioni interne. Enrico Martinelli, anch’egli sanciprianese, avrebbe rivendicato il diritto di gestire in prima persona i rapporti con Paolella. La controversia sarebbe stata risolta grazie all’intervento di Nicola Panaro, che avrebbe mediato una spartizione degli utili.

 

Il nome di Paolella è tornato di attualità nei giorni scorsi, quando l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari. L’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, che ha portato anche in carcere Antonio Schiavone, ruota attorno all’acquisto di circa 9 ettari di terreno e un fabbricato, formalmente intestati a un prestanome ma, secondo l’accusa, appartenenti al boss Sandokan. Le indagini sostengono che Paolella fosse pienamente consapevole dell’origine illecita dei beni.

 

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia e gli atti raccolti dagli inquirenti saranno oggetto di valutazione nelle aule di tribunale, con l’esito che verrà definito solo al termine dell’iter processuale.

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