
CAIVANO/MARCIANISE. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Giuseppe Palmieri, 39 anni, ritenuto uno dei principali referenti dello spaccio di droga a Caivano e nelle zone limitrofe per conto del clan Gallo-Angelino. La decisione della terza sezione penale, presieduta dal giudice Aldo Aceto, conferma la custodia cautelare in carcere già disposta dal gip di Napoli e avallata dal tribunale del Riesame.
Secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Palmieri – soprannominato “Scaglietta” – avrebbe avuto un ruolo stabile nell’organizzazione criminale, curando il rifornimento e la distribuzione di stupefacenti nelle principali piazze di spaccio del Parco Verde e di altri quartieri di Caivano. L’inchiesta ha ricostruito un giro d’affari che, secondo gli inquirenti, raggiungeva complessivamente il mezzo milione di euro, basato su forniture costanti di cocaina, hashish e altre sostanze, con modalità e tempi stabiliti direttamente dal clan.
Il legale del 39enne aveva contestato la sussistenza delle prove e la necessità della misura cautelare, sostenendo vizi di motivazione. Tuttavia, per i giudici della Suprema Corte, la posizione di Palmieri è chiaramente delineata: già noto per precedenti legami con il gruppo Sautto-Ciccarelli, avrebbe proseguito l’attività illecita anche durante un periodo di detenzione domiciliare per un altro procedimento, continuando a versare una quota dei proventi al clan.
La Cassazione ha quindi confermato che il profilo criminale dell’imputato e la sua capacità di reiterare i reati giustificano pienamente la detenzione in carcere, rigettando in toto le richieste della difesa.

