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Licenziato storico dipendente della Jabil, Cibelli: “Se protesti perdi il lavoro, a questo siamo arrivati?”

Marcianise. Il consigliere comunale 5 stelle di Marcianise Rosalba Cibelli interviene in merito al licenziamento di uno storico lavoratore della Jabil.

La notizia del licenziamento di Pasquale Zeno, storico lavoratore della Jabil di Marcianise, desta sconcerto e preoccupazione. Non parliamo di un normale procedimento disciplinare, ma di una misura estrema nei confronti di chi, in questi anni difficili, si è sempre battuto per difendere il proprio posto di lavoro e quello dei colleghi.

Licenziare un lavoratore nel pieno di una fase di transizione aziendale delicatissima – peraltro mentre era in ferie forzate – rappresenta un segnale gravissimo. Questo atto rischia di incrinare la fiducia e il dialogo tra azienda e dipendenti, alimentando un clima di tensione anziché di collaborazione.

Un atto intimidatorio che colpisce non solo Pasquale, ma lancia un messaggio a tutti: “Se protesti, perdi il lavoro”. Questo è inaccettabile in un Paese democratico. Punire chi difende i propri diritti e quelli dei colleghi significa calpestare la Costituzione, significa mettere paura a chi lavora onestamente per vivere.

E non è un caso: questo licenziamento arriva nel pieno di una fase di incertezza sul futuro dello stabilimento di Marcianise. Invece di dare risposte ai lavoratori, l’azienda sceglie la strada della repressione.

Chiediamo immediatamente spiegazioni chiare e trasparenti su questa scelta, che appare sproporzionata e contraria ai principi di corrette relazioni industriali. Le crisi si affrontano con il confronto e la responsabilità, non con la repressione del dissenso.

Il nostro impegno sarà massimo per garantire che vengano tutelati non solo i diritti del singolo lavoratore coinvolto, ma anche la continuità produttiva e occupazionale dell’intero sito di Marcianise. Difendere questo stabilimento significa difendere competenze, professionalità e un presidio industriale fondamentale per la Campania.

Il lavoro non si tocca, la dignità non è negoziabile e soprattutto la dignità non si licenzia.

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