
Marcianise. In un agosto rovente non solo per il clima ma anche per le emergenze sociali e ambientali, arriva l’allarme di due attivisti locali, Pasquale Gionti e Domenico Giuliano, che lanciano un’accusa precisa: il consumo indiscriminato di suolo agricolo, unito all’inerzia istituzionale, sta aggravando la crisi sanitaria a Marcianise, dove i tassi tumorali risultano preoccupanti per l’intera popolazione.
I due attivisti parlano di una situazione ormai insostenibile, denunciando la cementificazione selvaggia e l’assenza di strategie di prevenzione sanitaria da parte delle autorità locali e regionali.
> “Il consumo indiscriminato di suolo agricolo costituisce una problematica di grave rilievo in Italia, e in particolare a Marcianise, con ripercussioni devastanti sull’ambiente, sull’agricoltura e sull’economia locale”, spiegano Gionti e Giuliano in una dichiarazione congiunta.
“La perdita di terreni fertili, causata da cementificazione e urbanizzazione, sta compromettendo la produzione alimentare e, indirettamente, la salute pubblica. Non possiamo più restare a guardare”.
I dati parlano chiaro: Marcianise registra oggi un tasso tumorale sopra la media regionale, con numerosi casi concentrati in aree residenziali costruite su terreni un tempo agricoli. Eppure, lamentano gli attivisti, “non si è percepita alcuna iniziativa concreta da parte delle autorità competenti”.
La richiesta è chiara: “Servono rappresentanti politici che rispettino il giuramento per gli interessi della collettività, uomini al servizio della salute, dell’ambiente e della comunità. È tempo di allontanare chi agisce con interessi contrari al bene comune, anche quando si presenta come innocuo”.
L’appello di Gionti e Giuliano si conclude con un monito: “È indispensabile superare l’indifferenza e l’inerzia che minacciano il benessere della nostra comunità. Difendere il suolo significa difendere la vita stessa”.

