
MADDALONI. Un nuovo passaggio giudiziario per Giuseppe Lai, 50 anni, originario di Maddaloni e ritenuto esponente di spicco del gruppo criminale dei Belforte. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti disposto l’annullamento con rinvio dell’ultima decisione emessa dalla Corte di Appello di Napoli, accogliendo il ricorso avanzato dalla difesa dell’imputato.
Lai era stato condannato per una serie di sentenze che riguardavano, tra le altre, accuse di associazione mafiosa ed estorsioni, sia portate a termine sia tentate. I giudici d’appello, tuttavia, avevano accolto solo in parte la richiesta di riconoscere il vincolo della continuazione tra i diversi procedimenti, riducendo la pena complessiva in due blocchi distinti: 11 anni di reclusione con multa per un primo gruppo di reati, e 23 anni per un secondo blocco legato a fatti analoghi.
Secondo la Corte di Appello, la parziale continuità tra i reati sarebbe stata esclusa a causa dell’intervallo temporale significativo tra le varie condotte criminali e del mutamento della struttura interna del sodalizio camorristico. Tuttavia, la difesa ha presentato ricorso, sostenendo che la motivazione fosse giuridicamente e logicamente debole.
La Cassazione ha dato ragione alla linea difensiva, affermando che l’argomentazione utilizzata dai giudici d’appello per negare l’estensione del vincolo della continuazione sarebbe stata generica e basata su presupposti non pertinenti. In particolare, i magistrati della Suprema Corte hanno evidenziato che, in casi simili, se viene riconosciuta una continuità tra due sentenze, questa dovrebbe automaticamente valere anche per le altre sentenze già unificate in precedenza.
Alla luce di quanto stabilito, il procedimento tornerà ora a una diversa sezione della Corte di Appello di Napoli, incaricata di riesaminare l’intero fascicolo e ridefinire la pena sulla base di un eventuale riconoscimento più esteso della continuazione tra i reati.

