MARCIANISE. Dietro l’arresto di Ivano Belforte, 22 anni, si celano particolari crudi e inquietanti. Il giovane, figlio di Benito Belforte e nipote dei capi storici del clan camorristico dei “Mazzacane” attivo a Marcianise, è stato posto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. I reati contestati? Violenza sessuale, lesioni e violenza privata. Tutti aggravati dal metodo mafioso. Ma la vera portata dell’episodio emerge proprio nei dettagli.
L’incontro su Viale Carlo III
A marzo scorso, Belforte era a bordo della sua Smart in transito su Viale Carlo III, a San Marco Evangelista, quando ha adescato una prostituta straniera. Dopo una breve trattativa, i due hanno concordato una prestazione sessuale da 30 euro. Il rapporto, consumato in auto, sembrava concluso secondo gli “accordi”. Ma il ragazzo ha chiesto una seconda prestazione (“doppietta”), stavolta senza l’utilizzo di protezioni. Al rifiuto fermo della donna, motivato da ragioni igienico-sanitarie, Belforte ha reagito con aggressività: prima gli insulti, poi le spinte.
La fuga, la rabbia, l’aggressione
La donna ha minacciato di chiamare la polizia. A quel punto Ivano è uscito dalla sua vettura per tornare alla propria auto, parcheggiata lì vicino. Solo allora si è accorto di aver lasciato il cellulare nella macchina della donna. Quando è tornato per recuperarlo, la situazione è degenerata: è esploso in nuove offese, minacce e percosse. Secondo la testimonianza della vittima, avrebbe anche rivendicato la sua appartenenza al clan Belforte, intimidendola apertamente con frasi del tipo “sai chi sono io”.
Le indagini e il riconoscimento
La donna ha chiamato subito il 113. All’arrivo della volante, ha raccontato quanto accaduto nei dettagli. Gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno avviato un’indagine, riuscendo a risalire in breve tempo all’identità dell’aggressore. La prostituta è riuscita addirittura a rintracciarlo autonomamente su Facebook, confrontando le foto con quelle scattate sul luogo del fatto. Il riconoscimento formale è stato poi confermato da immagini delle videocamere di sorveglianza della zona. Il sostituto procuratore Maria Laura Lalia Morra della Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso quindi il provvedimento cautelare eseguito nei giorni scorsi.
Ivano Belforte, oggi ai domiciliari, è difeso dall’avvocato Saverio Campana.

