
In questi giorni si è parlato molto della restituzione di oltre 600.000 euro da parte del Comune di Marcianise alla Regione Campania, fondi originariamente destinati al progetto “Ring Verde”. L’assessore Farro interviene per chiarire il contesto tecnico e amministrativo che ha portato a questa scelta, spesso fraintesa come segnale di inefficienza o incapacità amministrativa.
Il progetto
Il “Ring Verde” nasceva con l’obiettivo di creare una vasta area verde a sud del territorio comunale, fungendo da cuscinetto ecologico tra la città e la zona industriale, in linea con i principi del Protocollo di Kyoto e della programmazione ambientale regionale. Si trattava di una delle più grandi operazioni di afforestazione mai tentate da un Comune italiano, con la volontà di restituire alla Campania Felix un ecosistema rigenerato e sostenibile.
Il percorso del progetto si è però rivelato tortuoso. Un primo ostacolo è arrivato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 348/2007, che ha imposto un aumento dei costi per l’esproprio delle aree, costringendo il Comune a ridurre la superficie da acquisire senza poter aumentare il budget complessivo.
A queste difficoltà si sono aggiunte due varianti progettuali: la prima, nel 2011, ha destinato parte dei fondi alla realizzazione di una villa comunale di fronte al velodromo; la seconda, nel 2014, ha previsto ulteriori spese per impianti di irrigazione e videosorveglianza, riducendo ulteriormente le risorse per gli espropri.
Un altro elemento di criticità è stata la costruzione di un muro in tufo, non previsto dal progetto originale, che ha assorbito parte dei fondi residui e compromesso la continuità ecologica dell’area. A ciò si sono aggiunti atti vandalici e furti che hanno colpito impianti e alberature, aggravando lo stato di abbandono e impedendo l’apertura di alcune strutture, come il parco giochi di fronte al velodromo.
Il vincolo regionale
La Regione Campania aveva vincolato i fondi all’acquisizione di una specifica estensione di area verde. Poiché, a causa delle modifiche e delle difficoltà incontrate, l’area effettivamente espropriata è risultata inferiore a quanto previsto, il Comune ha dovuto restituire la quota di finanziamento non utilizzata, come stabilito dalla determina n. 390 del 13 giugno 2025.
L’assessore Farro sottolinea che la restituzione dei fondi non è il risultato di inefficienze dell’attuale amministrazione, ma la conseguenza inevitabile di scelte e circostanze stratificate nel tempo, sulle quali la giunta attuale non ha potuto incidere. L’impegno ora è rivolto alla riqualificazione dell’area, per restituire alla città un patrimonio ambientale e sociale degno delle aspettative dei cittadini.

