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Trovato morto nel fiume a 15 anni, Rayan torna a casa

MONDRAGONE. Mondragone si prepara ad accogliere Rayan: il corpo del ragazzo sarà riportato nella sua città natale

Il corpo di Rayan Mdallel, il quindicenne originario di Mondragone ritrovato privo di vita nel fiume Po a Torino lo scorso 19 febbraio, sarà presto riportato nel suo paese d’origine. La Procura del capoluogo piemontese, nella persona del pubblico ministero Lea Lamonaca, ha approvato la richiesta formale dell’avvocato Antonio Miraglia, legale della madre del giovane, Clorinda Pellecchia, autorizzando lo spostamento della salma.

Il ragazzo era stato inizialmente sepolto nel cimitero torinese in un’area destinata alle persone non identificate, ma ora potrà tornare a riposare a Mondragone. Sarà necessario attendere che si concludano tutte le procedure amministrative e sanitarie previste. Nel frattempo, gli uffici comunali si sono immediatamente attivati. Già dalla mattina successiva alla comunicazione ufficiale, ricevuta dal sindaco Francesco Lavanga tramite il legale della famiglia, sono partiti i contatti con l’ASL locale e con le autorità torinesi per coordinare tutti gli aspetti organizzativi e logistici.

Le spese relative al rientro e alla nuova sepoltura saranno coperte dal Comune di Mondragone. Il primo cittadino aveva preso questo impegno già all’indomani della tragica scoperta, dichiarando: «Ci stiamo muovendo su due fronti. Da una parte, garantire a Rayan un funerale dignitoso nella sua terra, e organizzare un momento di raccoglimento pubblico in suo ricordo. Dall’altra, pretendere chiarezza totale su quanto è accaduto».

Sul piano investigativo, l’ipotesi ritenuta al momento più plausibile resta quella del suicidio, anche se sul corpo del ragazzo, secondo le prime ispezioni, non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza. Tuttavia, si attendono ancora i risultati definitivi dell’autopsia, che saranno disponibili entro il 20 luglio. Intorno alla vicenda, però, persistono molte domande senza risposta, che alimentano il mistero.

Rayan era scomparso all’alba del 30 gennaio scorso, lasciando l’abitazione di famiglia nel quartiere Sant’Angelo con la sua bicicletta. Da quel momento in poi, nessuna traccia concreta, salvo una possibile segnalazione alla stazione ferroviaria di Aversa. Da lì, avrebbe forse preso un treno per Torino. Ma perché proprio quella destinazione? Con quali mezzi economici ha affrontato il viaggio? Ha avuto un supporto da qualcuno? È possibile che abbia incontrato una persona conosciuta online, magari in un contesto legato ai videogiochi? È stato adescato, oppure ha agito sotto pressione?

Tutti interrogativi su cui si dovrà fare luce. E ad aggiungere ulteriore inquietudine alla vicenda, c’è un altro fatto: il giorno prima del ritrovamento di Rayan, sempre nelle acque del Po e nella medesima area, sarebbe stato recuperato anche il corpo di un uomo. Una coincidenza? O c’è un collegamento?

Mentre la città si stringe attorno alla famiglia, la comunità attende risposte. E intanto si prepara ad accogliere Rayan per l’ultimo saluto, nella speranza che la verità possa finalmente emergere.

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