
San Cipriano d’Aversa. Un sistema ben organizzato e redditizio, capace di produrre documenti di guida e permessi di soggiorno apparentemente regolari ma in realtà del tutto falsi. È questo lo scenario emerso durante l’ultima udienza al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove è stato ascoltato un uomo di origine ghanese coinvolto, suo malgrado, in quello che si configura come un giro d’affari illecito da centinaia di migliaia di euro.
L’uomo ha raccontato di essersi inizialmente iscritto ad una scuola guida regolare, ma di aver dovuto abbandonare il percorso formativo a causa di un nuovo lavoro sull’isola di Ischia. Da lì la decisione, su suggerimento di un conoscente, di rivolgersi a un’altra autoscuola situata a Napoli. “Il responsabile si faceva chiamare Antonio – ha spiegato – e mi disse che avremmo potuto sistemare tutto in pochi giorni”.
Il testimone ha riferito di aver consegnato i propri documenti ad “Antonio” durante un incontro ad Albanova. Dopo aver pattuito una cifra complessiva di 1300 euro, ha versato una prima somma, con l’intesa che la patente sarebbe stata pronta nel giro di un mese e mezzo. “Mi disse che era necessario aspettare la registrazione alla Motorizzazione – ha aggiunto – ma col passare del tempo nulla risultava online. Ho iniziato ad avere il sospetto che fosse tutta una truffa”.
Secondo le indagini coordinate dalla Procura, il meccanismo fraudolento si basava su una struttura ben collaudata, con base operativa nell’area dell’agro aversano e ramificazioni in altre regioni, in particolare nel Nord Italia. I clienti, per lo più cittadini stranieri, non erano sempre consapevoli della natura illecita dei documenti che ricevevano.
Sul banco degli imputati compaiono dieci persone: Pietro Di Dona, 51 anni, di San Cipriano d’Aversa, indicato come l’organizzatore dell’intera rete; Giuseppe Ciervo, 53enne napoletano, descritto come il ‘falso esperto contabile’ incaricato di creare i permessi di soggiorno contraffatti; Carmine Riccardo, 54 anni, anch’egli di San Cipriano; Vincenza Di Dona, 44 anni di Napoli; Raffaele Salerno, 49 anni, di Pompei; Franca Lanza, 48enne di Torre del Greco; Nabil El Hazmi, 41enne marocchino residente a San Marcellino; Collins Sunday, 39 anni, nigeriano ad Avellino; Lucky Ediale, 33enne nigeriano residente a Ca’ del Bosco di Sopra; e Mamadou Doumbia, 40 anni, ivoriano di Serino.
Secondo gli inquirenti, le false patenti e i permessi sarebbero stati prodotti modificando timbri e documenti ufficiali comunali. Il guadagno complessivo stimato per questa rete criminale supererebbe i 250mila euro.
Il processo è ancora in corso e riprenderà nel mese di settembre, quando saranno ascoltati altri testimoni indicati dalla Procura.

