
SANTA MARIA CAPUA VETERE. Giornata priva di sviluppi sostanziali quella di ieri nell’aula della Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, dove si sta celebrando il maxi processo sui pestaggi avvenuti nell’istituto penitenziario cittadino nell’aprile 2020. Al centro dell’udienza era prevista la presentazione di un aggiornamento alla perizia tecnica redatta dal consulente Giuseppe Vallone, incaricato dalla Corte per l’analisi dei contenuti digitali – in particolare le chat e le comunicazioni telematiche – contenuti in un Dvd fornito dalla Procura.
Tuttavia, già nella scorsa udienza era emerso un ostacolo: il perito aveva riferito di non essere riuscito ad accedere ai dati contenuti nel supporto ottico ricevuto, rendendo di fatto impossibile esaminare il materiale richiesto. Per superare questo impasse, ieri la Procura ha fornito un nuovo supporto digitale, imputando però al consulente l’errore nell’individuazione corretta dei file nella precedente analisi.
A seguito delle critiche ricevute, Vallone ha deciso di rimettere l’incarico, sottolineando che il primo Dvd si era rivelato inutilizzabile e compromesso, impedendo ogni forma di consultazione delle comunicazioni oggetto dell’indagine. La vicenda ha avuto un’anticipazione già lo scorso 28 maggio, quando in aula si era verificato un confronto acceso tra il consulente e il pubblico ministero Alessandro Milita. Quest’ultimo aveva messo in dubbio la competenza tecnica di Vallone, arrivando a definirlo inesperto in materia di analisi informatiche. Le tensioni erano tali da spingere il presidente della Corte, Roberto Donatiello, a richiamare le parti alla moderazione.
Alla base del dissenso vi era l’impossibilità, da parte del perito, di localizzare e stampare una serie di conversazioni acquisite tramite trojan informatico. Vallone aveva attribuito le difficoltà a un presunto malfunzionamento del software utilizzato per leggere il supporto digitale. Il pm, però, aveva fatto notare che alcune sessioni risultavano comunque stampate, alimentando il contrasto su questioni tecniche.
Con la rinuncia formale del perito, la Corte ha disposto un aggiornamento del processo al 18 giugno, giorno in cui si deciderà se affidare l’incarico a un nuovo esperto. In quella stessa data è prevista anche la deposizione del tenente dei carabinieri Felice Izzo, chiamato a chiarire alcuni aspetti dell’inchiesta.
Il procedimento coinvolge un totale di 105 imputati, principalmente agenti della polizia penitenziaria, ma anche dirigenti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e personale sanitario dell’Asl di Caserta. Nei giorni scorsi, in un procedimento parallelo, è arrivata la condanna a quattro anni per Pasquale Traspellino, vice-ispettore originario di Pignataro Maggiore. Secondo l’accusa, avrebbe cercato di intimidire alcuni detenuti coinvolti nei fatti del 6 aprile 2020, nel tentativo di indurli a fornire dichiarazioni favorevoli alla sua posizione, anche ricorrendo a minacce e violenza.

