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Falsi incidenti e referti negli ospedali, 48 verso il processo. I NOMI

MARCIANISE/MADDALONI. Durante l’udienza preliminare tenutasi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il giudice Emilio Minio ha rinviato la discussione al mese di luglio per esaminare la costituzione delle parti civili da parte delle compagnie assicurative coinvolte e per valutare eventuali richieste di riti alternativi da parte degli imputati. È stata inoltre presentata una richiesta di interrogatorio per uno degli indagati.

I 48 soggetti coinvolti sono accusati di aver fatto parte di un’associazione a delinquere che avrebbe orchestrato numerosi episodi di corruzione, falso, truffa, corruzione in atti giudiziari e produzione di documenti contraffatti. L’obiettivo era ottenere illecitamente rimborsi assicurativi per incidenti stradali mai accaduti, presentando richieste di risarcimento basate su referti e documentazione fasulla.

Tra gli imputati figurano: Antonio Abatiello, Emilio Acunzio, Emilio Baldascino, Raffaele Biello, Paolo Antonio Caterino, Fortunata Caterino, Giovanni Cimmino, Andrea Cipullo, Olimpio Costantino, Luciano Cremona, Flavia Davide, Carmine D’Aniello, Raffaella D’Aniello, Antonietta Dello Margio, Carmine De Simone, Gianluca Di Sarno, Guglielmo Di Sarno, Mario D’Angelo, Giuseppe De Santis, Antonio Del Vecchio, Michele Del Vecchio, Luigi Fontarella, Angelo Ferraro, Domenico Fiorito, Paolo Franco, Patrizia Intorto, Antimo Iuliano, Francescoantonio Landolfi, Antonio Letizia, Raffaele Marrandino, Mariangela Masella, Adriana Mottola, Massimiliano Pagano, Angelo Palmiero, Gianluca Piazza, Fabio Pirozzi, Alessandro Piscitelli, Giulio Puzzi, Gennaro Rondinone, Patrizia Rubino, Antonio Russo, Francesco Russo, Gianni Russo, Salvatore Salvemini, Raffaele Santangelo, Esterina Tavoletta, Massimo Vaio, Luigi Varone.

L’inchiesta

L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e del NAS di Caserta e coordinata dalla PM Gerardina Cozzolino, ha portato alla luce un sistema fraudolento che ha generato un danno stimato in circa 4 milioni di euro e ha condotto all’emissione di 23 misure cautelari.

Secondo quanto emerso, l’organizzazione faceva ricorso a persone con fratture pregresse, portate nei Pronto Soccorso sotto falsa identità e con documenti contraffatti. Questi soggetti ottenevano referti medici che certificavano lesioni compatibili con incidenti mai accaduti. I certificati venivano poi utilizzati per richiedere risarcimenti alle compagnie assicurative.

In altri casi, individui perfettamente sani venivano condotti nei reparti di emergenza degli ospedali di Marcianise e Maddaloni, dove medici compiacenti, in cambio di denaro, emettevano certificazioni false attestanti traumi mai subiti. I documenti non venivano inseriti nei registri ufficiali e successivamente venivano “regolarizzati” da un infermiere dell’archivio sanitario dell’ospedale di Marcianise, in modo da superare eventuali controlli da parte delle assicurazioni.

Il gruppo si avvaleva anche di altra documentazione sanitaria rilasciata da medici di strutture pubbliche e private, a volte non autorizzate a operare secondo le normative sanitarie. Tra i materiali presentati alle compagnie vi erano anche esami diagnostici intestati a prestanome e fatture per sedute fisioterapiche mai effettuate, redatte da persone prive di titoli abilitanti.

Durante le indagini, sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 600.000 euro, tra cui somme in contanti trovate durante perquisizioni domiciliari. Sono stati inoltre recuperati più di 1.700 certificati medici irregolari dagli archivi dell’ospedale di Marcianise e del consorzio C.S.A. di Cancello Arnone. Sottoposti a sequestro anche uno studio diagnostico a Qualiano e un centro fisioterapico a Casal di Principe, inclusi i relativi macchinari.

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