
CELLOLE. L’inchiesta sull’incidente aereo avvenuto a Cellole nel giugno di due anni fa, nel quale persero la vita Luigi ed Enrico Amatore – padre e figlio originari di Mugnano di Napoli, rispettivamente di 62 e 21 anni – si avvia alla conclusione con la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini, che hanno coinvolto anche perizie tecniche approfondite, non hanno portato a riscontri di responsabilità penale nei confronti di due membri del “Delta Club Napoli” di Castel Volturno, uno dei quali, Enzo De Blasio, è scomparso misteriosamente durante un volo nel novembre 2023 e da allora non è stato più ritrovato.
La decisione della Procura, però, è stata contestata dai legali dei familiari delle vittime, che hanno formalmente presentato opposizione. Il giudice per le indagini preliminari ha quindi programmato un’udienza per il mese di luglio, al termine della quale deciderà se accogliere o respingere la richiesta di archiviazione.
Nel corso dell’inchiesta è stato disposto un accertamento tecnico definito “irripetibile” presso una struttura specializzata di Brescia, focalizzato su una componente meccanica dell’ultraleggero coinvolto nell’incidente.
Il procedimento, aperto per omicidio colposo, aveva inizialmente coinvolto i due soci del club aeronautico, tra cui il presidente Vincenzo Laezza, assistiti dall’avvocato Paolo Di Napoli. Solo undici giorni prima della misteriosa scomparsa di De Blasio, erano stati acquisiti ulteriori documenti tecnici utili all’indagine.
Quel tragico giorno, Luigi ed Enrico erano decollati dall’aviosuperficie di Castel Volturno a bordo di un Tecnam P2002. Alla guida dell’aereo c’era Enrico, in possesso di regolare licenza per pilotare ultraleggeri e appassionato di volo, tanto da aver partecipato al concorso per entrare nell’Accademia Aeronautica.
L’incidente si verificò intorno alle 10.40, dopo circa mezz’ora dal decollo. Il velivolo precipitò in un campo coltivato a ulivi, finendo in un canale d’irrigazione. Questo dettaglio si rivelò fondamentale: l’impatto non provocò un’esplosione grazie al fatto che il serbatoio del carburante era immerso nell’acqua.
Uno degli elementi critici dell’indagine è stato il danneggiamento – o forse la distruzione – del libretto di volo presente a bordo. Da qui l’importanza degli accertamenti irripetibili, richiesti con forza dalla famiglia Amatore, nel timore che prove fondamentali potessero andare perse.
La tragica escursione lungo la costa domiziana, partita come un momento di condivisione tra padre e figlio, si è purtroppo conclusa nel peggiore dei modi, lasciando ancora oggi aperti molti interrogativi e alimentando la battaglia giudiziaria dei familiari in cerca di verità e giustizia.

