
CESA. Diciassette anni dopo il tentato omicidio dell’imprenditore Vincenzo Esposito, la Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Napoli ha inflitto pesanti pene detentive ai fratelli Nicola e Salvatore Pota. I due sono stati condannati rispettivamente a 10 e 9 anni di carcere per aver preso parte all’aggressione armata del 20 settembre 2008, avvenuta a Cesa, nel contesto della faida tra i clan rivali “Caterino-Ferriero” e “Mazzara”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia, i fratelli Pota sarebbero stati gli autori materiali dell’agguato, compiuto mentre Esposito stava tornando a casa. I sicari spararono contro l’auto dell’imprenditore, che riuscì a salvarsi nonostante i colpi esplosi. L’obiettivo, per gli investigatori, era eliminare un imprenditore ritenuto vicino al clan avversario.
Il quadro probatorio è stato costruito grazie a intercettazioni ambientali e telefoniche, ma anche alle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Luca Mosca, poi prosciolto per questo episodio. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto i fratelli Pota è stata lunga e complessa, con due pronunce di annullamento da parte della Corte di Cassazione.
La prima condanna risale al giugno 2017, emessa dal Gup del Tribunale di Napoli con rito abbreviato. Successivamente, la Sesta Sezione della Corte d’Appello li aveva assolti, ma la Suprema Corte aveva annullato la sentenza e disposto un nuovo processo. Nel novembre 2021, la Quarta Sezione della Corte d’Appello tornò a condannarli, ma anche questa decisione fu cancellata dalla Cassazione, che nel giugno 2022 chiese un ulteriore esame, in particolare per approfondire le dichiarazioni del collaboratore Mosca.
L’ultimo passaggio processuale si è dunque svolto davanti alla Terza Sezione della Corte d’Appello, che nei giorni scorsi ha emesso una nuova sentenza di condanna per i due imputati. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 30 giorni.
I legali degli imputati – gli avvocati Carmine D’Aniello, Gaetano Laiso e Nicola Marino – hanno già annunciato un nuovo ricorso alla Cassazione. Esposito, vittima dell’attentato, si è costituito parte civile nel processo con il patrocinio degli avvocati Vincenzo Guida e Giovanni Midiocestomarco, e attende giustizia da quasi due decenni.

