
Aversa. Smantellata rete di truffatori: colpivano anziani con la tecnica del “falso carabiniere”
Operavano su tutto il territorio nazionale. Identificata la struttura del gruppo e la strategia usata. Un uomo di 44 anni di Aversa considerato il punto più fragile della rete.
Un’indagine dei carabinieri ha portato alla luce un’organizzazione criminale specializzata nell’ingannare persone anziane, facendo leva su una messa in scena che coinvolgeva falsi rappresentanti delle forze dell’ordine e finti avvocati.
All’alba di oggi (13 maggio), i militari del Comando provinciale di Verbania, in collaborazione con le forze locali, hanno eseguito un’ordinanza del Gip di Verbania nei confronti di sei individui: due sono stati portati in carcere, due sottoposti agli arresti domiciliari, e altri due dovranno presentarsi regolarmente alla polizia giudiziaria. Sono accusati di aver ripetutamente truffato anziani, utilizzando raggiri ben collaudati.
Come agivano
L’indagine è partita da una serie di raggiri segnalati nella zona di Domodossola, tra settembre e novembre 2024. Gli investigatori hanno documentato almeno 23 episodi simili, avvenuti in diverse regioni, con lo stesso schema:
1. Una telefonata iniziale da parte di un sedicente maresciallo dei carabinieri, che informava la vittima che un familiare stretto (solitamente figlio o nipote) era stato coinvolto in un grave incidente ed era trattenuto in caserma.
2. In seguito, un altro membro del gruppo si fingeva avvocato incaricato di risolvere il problema, mantenendo la vittima sotto pressione emotiva.
3. Veniva chiesto con urgenza di consegnare contanti e oggetti preziosi per “evitare guai giudiziari”.
4. Un complice si presentava fisicamente a casa della vittima per ritirare quanto promesso.
La struttura del gruppo
L’organizzazione era ben definita: da un lato i “telefonisti”, operativi da Napoli, incaricati di selezionare i bersagli e convincerli con abili manipolazioni psicologiche; dall’altro le “squadre mobili”, che viaggiavano in tutta Italia per riscuotere quanto estorto.
Due componenti del gruppo sono stati arrestati in flagranza, subito dopo aver truffato anziani a Latina e Modena. Sono stati recuperati circa 2000 euro in contanti e oltre 500 grammi di gioielli in oro.
I sei soggetti coinvolti sono stati localizzati in Campania: due a Napoli, uno a Caivano, uno ad Aversa e due a Grumo Nevano. I due partenopei erano i principali telefonisti, mentre gli altri fungevano da esecutori materiali, muovendosi rapidamente lungo tutta la penisola.
L’uomo di Aversa, il punto debole
Il 44enne fermato ad Aversa aveva un ruolo minore, ma era spesso utilizzato per le trasferte più impegnative. I suoi problemi di tossicodipendenza lo rendevano facilmente controllabile: in cambio del denaro ricevuto, gli venivano promesse anche dosi di droga. Per evitare che si appropriassero di parte del bottino, i capi gli imponevano di registrare in video ogni consegna.
Durante le indagini, i carabinieri hanno anche scoperto una vera e propria “centrale operativa” in un appartamento napoletano: una stanza trasformata in call-center dove venivano effettuate le chiamate alle vittime. Uno dei telefonisti, durante una perquisizione, è riuscito a fuggire calandosi da una finestra, ma è stato rintracciato grazie a una chiave dell’auto lasciata nell’abitazione.
Durante l’interrogatorio con il giudice, l’uomo ha tentato di fingersi balbuziente per negare il suo coinvolgimento, ma le registrazioni delle telefonate – chiare e sicure – lo hanno smentito.
Truffe in tutta Italia
Le truffe documentate si sono concentrate principalmente al Nord: 7 in Piemonte, 4 in Lombardia, 3 in Veneto, 2 in Liguria, 1 in Valle d’Aosta e 1 in Emilia-Romagna. Ma non sono mancati episodi anche in Lazio, Puglia e Calabria. Il gruppo si spostava rapidamente, coprendo enormi distanze in pochi giorni – ad esempio da Aosta a Foggia, poi in Liguria, e di nuovo in Puglia.
Un’organizzazione agile, che faceva della mobilità e della pressione psicologica sugli anziani i suoi strumenti principali. Le indagini proseguono per identificare eventuali altri complici e casi simili non ancora segnalati.
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