
SANTA MARIA CAPUA VETERE. C’era una volta un parco urbano. Un’oasi di verde, sport, bambini e passeggini. Oggi, invece, c’è una nuova attrazione: il cinema all’aperto… vietato ai minori.
Siamo a Santa Maria Capua Vetere, ma pare d’essere finiti sul set di una produzione amatoriale stile “Piccole Siepi, Grandi Emozioni”. Il problema? Niente regista, zero sceneggiatura, e attori fin troppo entusiasti di esibirsi en plein air. A denunciare il casting spontaneo sono ormai decine di residenti, che avrebbero preferito un picnic alla visione ravvicinata di performance erotiche sotto le stelle (e spesso anche sotto il sole).
Parco del piacere… altrui
La trama si ripete con costanza: coppiette — o chi può dirlo, magari è solo networking intensivo — si appartano dietro panchine, tra cespugli, o ovunque ci sia un minimo di privacy botanica. E tutto questo senza il minimo ritegno, anche con famiglie a passeggio a pochi metri. Uno scenario così hot che nemmeno i bollini rossi di mezzanotte reggerebbero il confronto.
Ma la magia finisce all’alba, quando la scenografia post-party parla chiaro: fazzoletti usati (non per piangere), profilattici abbandonati (senza rispetto per l’ambiente), bottiglie, siringhe e rifiuti vari. L’area giochi dei bambini? Un tragico crossover tra Giochi senza frontiere e CSI.
I runner disperati e i genitori in fuga
Chi prova a fare jogging ormai corre più per fuggire dalla vergogna che per tenersi in forma. E chi porta i figli al parco lo fa con lo stesso spirito con cui si entra in un escape room: “usciamo vivi e possibilmente senza traumi”.
Sui social, l’indignazione è esplosa come una bomba molotov emotiva. “Non è più un parco, è un postribolo con le altalene”, scrive qualcuno. Le segnalazioni alle autorità sono ormai più numerose delle stelle sul pavimento della Walk of Fame.
Richieste? Normali, tipo un po’ meno porno e un po’ più pulizia. I cittadini chiedono a gran voce più controlli, telecamere (che però registrino i vandali e non i protagonisti delle notti brave), e magari un po’ di manutenzione che trasformi l’area da 50 sfumature di degrado a qualcosa di più simile a un parco pubblico europeo, non una zona franca di trasgressione.
Perché ok la libertà, ok la passione, ma forse il luogo adatto non è accanto allo scivolo per bambini.