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Processo sulla morte della piccola Aurora: il racconto dei carabinieri sulla scena ‘criminis’

Santa Maria a Vico. Oggi altra udienza del processo davanti alla Corte di Assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il 27enne Emanuele Savino e la 19enne Anna Gammella,  difesi dagli avvocati Carlo Perrotta e Davide Pascarella.

Per i genitori della piccola Aurora l’accusa è di omicidio volontario aggravato il 2 settembre 2023 nell’abitazione in località Mandre.

Durante l’udienza, i carabinieri che hanno ritrovato il corpo della bimba, sono stati ascoltati.

A parlare per primo è stato il comandante della stazione carabinieri di Santa Maria a Vico, ovvero Luisiano D’Ambrosio, questa la sua dichiarazione:

Alle ore 9 del 2 settembre 2023 è arrivata la chiamata della centrale operativa che ci avvertiva della morte sospetta di una bimba di 45 giorni. Il decesso era stato accertata dal 118. Appresa la notizia siamo andati lì e abbiamo trovato l’impresario delle pompe funebri, Gennaro Savino padre di Emanuele, i genitori di Aurora, il personale del 118 e poco dopo arrivò la mamma di Anna Gammella e il compagno col quale ho avuto una discussione perché la nostra presenza non sembrava gradita”.

Il maresciallo ha poi affermato che conosceva il nucleo familiare degli indagati, dato che Gennaro, il padre di Emanuele, padre della piccola, in passato denunciò il figlio per estorsione e maltrattamenti, denuncia poi ritirata.

Il militare dell’Arma ha poi rilasciato un’altra dichiarazione in merito al ritrovamento del corpo della bambina e le sue condizioni

La neonata era nella sua culla posta accanto al letto con gli occhi semiaperti e sembrava che stesse dormendo. Sul volto aveva un livido sull’occhio, delle escoriazioni sul naso e la bocca. Sul pancino aveva segni di ustioni così come sui piedi, ferite sulla schiena e una profonda lacerazione sull’ano”.

Il comandante ha poi specificato una volta avvertito il sostituto procuratore Stefania Pontillo, ha aspettato che arrivasse il medico legale rimanendo sul posto senza fare nulla, a parte accertarsi che nessuno alterasse la scena del crimine.

I due sono stati poi portati presso la caserma per le dichiarazioni inerenti al caso e il comandante ha cominciato a raccogliere le dichiarazioni anche dei loro familiari, poi dei medici del 118, del pediatra e del medico di famiglia, che sono giunti sul posto, ed è stato ascoltato anche il titolare delle pompe funebri.

Sono stati anche sequestrati due cellulari che gli imputati utilizzavano.

 

Poi è intervenuto il brigadiere Antonio Grasso e ha parlato dell’ostracismo che la madre dell’imputata avrebbe mostrato: “Mi spintonò per entrare e mi disse ‘chi vi ha chiamato?’, ‘che volete?'”.

Il militare ha poi continuato affermando che al loro arrivo c’era già l’impresario funebre.

 

Poi ha preso la parola il padre dell’imputato, che parlando della tragedia avvenuta il 2 settembre 2023 durante la mattinata ha detto:

Emanuele venne da me con Aurora tra le braccia che stava piangendo e mi disse che non respirava. Io la portai dentro, le feci la respirazione bocca a bocca e capii che era morta. Chiamai l’impresario funebre per chiedere consiglio”.

Questi disse di chiamare un medico allo scopo di constatare l’effettivo decesso della bambina.

Quindi, Gennaro Savino, accompagnato dall’impresario, andarono alla pediatra per farsi rilasciare un attestato di morte, ma la stessa si rifiutò consigliando ai due di chiamare subito i carabinieri e il 118.

Durante l’udienza, al perito, è stato dato l’incarico di trascrivere le intercettazioni avvenute in carcere e anche i messaggi che i due imputati si sono scambiati, circa 5000.

Attraverso i messaggi, i militari hanno ricostruito il quadro probatorio.

La prossima udienza avverrà il 29 aprile in cui saranno ascoltati altri testi della Procura.

Oltre agli avvocati difensori degli imputati sono intervenuti l’avvocato Maria Rosaria Genovese come curatore minorile e l’avvocato Clara Niola dell’associazione Cam Telefono Azzurro.

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