
Marcianise. Il prezzo competitivo della benzina nascondeva un sistema di frode fiscale da oltre 113 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Caserta ha sequestrato beni e liquidità a sette persone e cinque società del settore petrolifero, tra cui la Penta Petroli di Vincenzo Salzillo. L’imprenditore, originario di Marcianise, a capo di una rete di 300 distributori a marchio Ewa, torna al centro delle indagini dopo anni di battaglie giudiziarie che in passato gli avevano permesso di ottenere dissequestri.
Questa volta non si parla di legami con la camorra, ma di un sistema di frode all’Iva che ha permesso alla Penta Petroli di commercializzare carburante a prezzi più bassi rispetto alla concorrenza, sfruttando una rete di società fantasma. Attraverso il meccanismo della “frode carosello”, venivano creati finti esportatori abituali, consentendo l’acquisto di carburante in esenzione d’Iva. Un vortice di fatture false e società di comodo ha permesso di immettere sul mercato oltre 600 milioni di litri di carburante tra il 2018 e il 2021, evadendo imposte per 112 milioni di euro.
Salzillo è l’unico indagato ufficiale, ma le indagini proseguono per ricostruire la rete di prestanome e società buffer che hanno reso possibile il sistema. I finanzieri hanno individuato diverse aziende cartiere tra Milano, Salerno e Napoli, intestate a soggetti già noti per reati fiscali. Queste società, prive di operatività reale, venivano chiuse prima della dichiarazione fiscale per eludere i controlli.
Il sequestro rappresenta un nuovo capitolo nella lunga storia giudiziaria di Salzillo. Se in passato l’imprenditore aveva dimostrato la sua estraneità ai legami con la criminalità organizzata, questa volta l’accusa è interamente di natura fiscale. L’inchiesta non solo porta alla luce un vasto sistema di evasione, ma solleva interrogativi sulla concorrenza sleale nel settore dei carburanti, in un periodo in cui il prezzo alla pompa è un tema sempre più sensibile per i consumatori.