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Soldi riciclati e fatture false, 27 indagati: arresti nel Casertano

CASERTA/CASAL DI PRINCIPE. Dalle prime ore del mattino, un’imponente operazione della Direzione Investigativa Antimafia, supportata dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, sta interessando la provincia di Caserta, oltre ad altre aree del territorio nazionale, nell’ambito di un’indagine volta a contrastare fenomeni di criminalità economica e organizzata.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’esecuzione di numerosi provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di reati quali associazione a delinquere, riciclaggio di denaro, intestazione fittizia di beni ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nell’ambito dell’operazione sono stati effettuati arresti domiciliari, obblighi di dimora e sospensioni dall’esercizio di pubblici uffici.

Parallelamente, è stato disposto il sequestro preventivo di beni e attività economiche per un valore complessivo di oltre due milioni di euro. Tra i beni sequestrati figurano cinque società affidate a un amministratore giudiziario, oltre a titoli e conti correnti intestati a venticinque persone fisiche coinvolte nel sistema fraudolento. Gli indagati sono 27, 10 dei quali originari della provincia di Caserta. Notificate 4 misure agli arresti domiciliari, 5 obblighi di dimora e una sospensione da pubblico ufficio

Le indagini hanno avuto origine da una segnalazione della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo su movimenti sospetti di capitali, ricollegabili a un presunto schema di riciclaggio connesso alla criminalità organizzata casertana. Gli approfondimenti condotti attraverso intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, nonché pedinamenti e accertamenti finanziari, hanno permesso di ricostruire un sistema illecito basato sull’emissione di fatture false per oltre dieci milioni di euro tra il 2019 e il 2020.

Il modus operandi prevedeva l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di società compiacenti, il trasferimento dei fondi su conti correnti intestati a prestanome e successivi prelievi in contante da parte di soggetti noti come “cavalli”. Questi ultimi avevano il compito di restituire il denaro ai beneficiari della frode, trattenendo una commissione del 10% per l’organizzazione.

Nell’operazione sono state eseguite oltre settanta perquisizioni, mirate non solo alle persone direttamente coinvolte ma anche a soggetti economici che avrebbero beneficiato del sistema illecito. L’obiettivo è accertare eventuali ulteriori responsabilità e individuare altri soggetti che potrebbero aver tratto vantaggio dalla frode fiscale.

Tra gli indagati figura anche un dirigente di Poste Italiane, sospeso dall’incarico, accusato di aver agevolato alcune operazioni finanziarie sospette. Gli investigatori ritengono che il coinvolgimento di professionisti e imprenditori locali abbia favorito la costruzione di un sistema capillare di riciclaggio e frode fiscale.

L’inchiesta, denominata “On Air”, rappresenta un colpo significativo ai circuiti economici illegali attivi nel casertano e nelle altre province coinvolte. Le autorità proseguono le indagini per chiarire ulteriori aspetti della vicenda e per individuare eventuali altri complici o beneficiari del sistema fraudolento.

 

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