
Marcianise. C’è anche Marcianise nell’ultima serie su un big della musica nostrana.
Ieri sera, Rai Uno ha trasmesso in prima serata Champagne – Peppino di Capri, una fiction dedicata alla vita e alla carriera dell’amato cantante Peppino di Capri, il cui vero nome è Giuseppe Faiella. Il film ripercorre il suo percorso artistico, dall’infanzia fino al successo che lo ha reso una delle figure più iconiche della musica italiana.
Tra le location scelte per le riprese, spiccano Palazzo Grauso a Marcianise e la Tenuta Filangieri di Candida Gonzaga a San Paolo Bel Sito (Napoli), due scenari suggestivi che fanno da sfondo alla narrazione.
Un viaggio attraverso la storia d’Italia e la musica di Peppino di Capri
Prodotto da Rai Fiction e O’ Groove, con la regia di Cinzia TH Torrini, la sceneggiatura di Michele Pellegrini e Maria Sole Limodio, e il soggetto di Pierpaolo Verga e Maria Sole Limodio, il film non si limita a raccontare la vita del cantante, ma offre uno spaccato dell’Italia dagli anni ‘40 ai ‘70. Si passa dall’immediato dopoguerra al boom economico, dalla rivoluzione culturale del ’68 fino ai primi Festival di Sanremo trasmessi a colori, mostrando il cambiamento di un’epoca attraverso la musica.
Peppino di Capri ha iniziato il suo percorso artistico da bambino, dimostrando fin da subito un talento innato per la musica grazie al suo orecchio assoluto. Già nel 1943, a soli quattro anni, si esibiva per i soldati americani presenti a Capri. Crescendo, ha lasciato l’isola per inseguire il suo sogno, trovando il successo grazie alla sua capacità di innovare e sperimentare nuove sonorità. Dopo aver trionfato nel concorso televisivo Primo Applauso, negli anni ‘50 ha dato il via a una carriera destinata a lasciare il segno.
Amori, successi e rinascite: la storia di un’icona
Negli anni ‘60, Peppino di Capri ha vissuto un periodo di grande successo, accompagnato dal suo primo amore, Roberta, musa ispiratrice della celebre canzone che porta il suo nome. Il loro rapporto, però, è stato turbolento e ha rispecchiato i cambiamenti sociali dell’epoca, segnata dalla crescente popolarità dei cantautori e dall’impegno politico che stava prendendo il sopravvento sulla spensieratezza del twist.
Alla fine degli anni ‘60, la sua carriera sembrava in declino: il mercato musicale stava cambiando, e le case discografiche non credevano più nel suo stile. Tuttavia, grazie al sostegno dell’amico e batterista Bebè e all’amore di Giuliana, una biologa lontana dal mondo dello spettacolo, Peppino ha ritrovato la sua strada. Ha fondato una propria etichetta discografica e, con l’aiuto di Franco Califano, ha inciso Un grande amore e niente più, canzone che nel 1973 gli ha permesso di trionfare per la prima volta al Festival di Sanremo.