
MADDALONI. Un anno e tre mesi di carcere per i fratelli Teresa ed Eduardo Esposito, coinvolti nell’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sulle elezioni comunali di Maddaloni del 2018. La decisione è stata presa dalla quinta sezione della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dai due imputati, accusati di corruzione elettorale, confermando così la sentenza della Corte d’Appello di Napoli.
Secondo i giudici di secondo grado, la compravendita di voti sarebbe avvenuta attraverso il pagamento di 20 e 10 euro a due elettori, con l’obiettivo di ottenere preferenze per Teresa Esposito, candidata al consiglio comunale con la lista Orentiamo Maddaloni. In appello, la condanna di primo grado è stata modificata, ma la pena inflitta è rimasta di un anno e tre mesi di reclusione per entrambi gli imputati.
Nel ricorso alla Cassazione, i difensori dei fratelli Esposito hanno contestato l’uso delle intercettazioni, ritenendole inammissibili poiché disposte unicamente per il legame di parentela con Antonio Esposito, detto “o’ Sapunar” già condannato in primo grado per reati di stampo camorristico. I legali hanno sottolineato che Teresa Esposito, eletta in consiglio comunale sia nel 2013 che nel 2017, non era mai stata coinvolta in alcuna indagine prima di questa vicenda.
Per quanto riguarda Eduardo Esposito, la difesa ha criticato la ricostruzione della Corte, secondo cui egli avrebbe risposto alla sorella in merito all’andamento delle votazioni, riferendo che un elettore aveva fotografato la propria scheda e ricevuto un compenso. Secondo i legali, questa interpretazione sarebbe errata, in quanto Eduardo si trovava all’esterno del seggio e si era limitato a riportare l’accaduto alla sorella, senza essere coinvolto direttamente nei fatti.
La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi. Nel caso di Teresa Esposito, il ricorso è stato ritenuto troppo generico, poiché non indicava con precisione quali intercettazioni sarebbero state viziate. Per Eduardo Esposito, invece, la richiesta di annullamento non ha fornito elementi concreti per dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. La condanna, dunque, resta confermata.

