Nazionale. Un altro lutto scuote il cinema italiano, ieri, la nota attrice Nadia Cassini si è spenta all’età di 76 anni a Reggio Calabria.
La donna ha combattuto contro un brutto male per molto tempo, ma nonostante abbia combattuto con tutta sé stessa, purtroppo quel male ha vinto causando il tragico epilogo.
La star del cinema delle commedie sexy, nata Gianna Lou Müller a Woodstock il 2 gennaio del 1949, da padre statunitense di origini tedesche, Harrison Müller, e da madre statunitense di origini italiane, Patricia Noto.
Si sposò con il giornalista Igor Cassini Loiewski morto nel 2002 e durante il matrimonio cambiò il suo nome in Nadia Cassini, con cui divenne successivamente celebre.
I due si sposarono nel 1969, quando lui aveva 54 anni ed era al suo quarto matrimonio e lei appena 20enne, divorziarono poi nel 1972.
Dopo la fine del matrimonio ha avuto una relazione con l’attore greco Yorgo Voyagis e dalla loro unione è nata la figlia Kassandra.
Durante il primo matrimonio con Igor, proprio per seguire il marito, da New York finì in Italia. Igor era giunto a Roma per gestire la casa di moda del fratello Oleg, agli inizi degli anni Settanta, e lì la donna conobbe la fama.
Iniziò a recitare in diversi film di commedia sexy, grazie anche al suo aspetto affascinate. Era di una bellezza unica e questo l’ha lanciata nel panorama cinematografico italiano, arrivando a recitare con noto attori come Lino Banfi, Alvaro Vitali, Mario Carotenuto, Renzo Montagnani, Land Buzzanca, e molto altri.
Iniziò la sua carriera agli inizi degli anni 70″ recitando in alcune pellicole in ruoli minori come”Il divorzio” di Romolo Guerrieri e “Il dio serpente” di Piero Vivarelli, entrambe del 1970, “Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù?” ((1971) di Mariano Laurenti, “Quando gli uomini armarono la clava e… con le donne fecero din-don” (1971) di Bruno Corbucci. Tornò brevemente negli Usa, dove recitò in “Colpiscono senza pietà” (1972) di Mike Hodges.
Tornò in Italia nel 1975, proseguì la sua carriera cinematografica quasi tutta ne filone comico-erotico.
Lavorò con un’altra diva sexy dell’epoca, ovvero Carmen Villani in “Ecco lingua d’argento” (1976) di Mauro Ivaldi (1976), ed ebbe ruoli in “Spogliamoci così, senza pudor…” (1976) di Sergio Martino, “Io tigro, tu tigri, egli tigra” (1978) di Giorgio Capitani e “Scontri stellari oltre la terza dimensione” (1978) di Luigi Cozzi.
Fu verso la fine degli anni 70 che ebbe il suo primo ruolo da protagonista nella commedia sexy “L’insegnante balla… con tutta la classe” di Giuliano Carmineo del 1979, nel cast del film Lino Banfi, Alvaro Vitali, Mario Carotenuto e Renzo Montagnani.
Dopo questa avvenuto cinematografica lavorò ad altri film dello stesso genere, come “Io zombo, tu zombi, lei zomba” (1979), “L’infermiera nella corsia dei militari” (1979), “La dottoressa ci sta col colonnello” (1980), “Tutta da scoprire” (1981), “L’assistente sociale tutto pepe…” (1981), fino all’ultimo “Giovani, belle… probabilmente ricche” (1982).
Divenne anche una delle prime sex symbol delle TV di Silvio Berlusconi. La sua carriera continuò negli anni Ottanta, affermandosi come protagonista televisiva grazie proprio alle tv di Berlusconi.
Recitò a “Premiatissima” nel 1983 in onda su Canale 5 con Amanda Lear; fu nel cast di “Drive In” nel 1984 su Italia 1; apparve in “Risatissima” nel 1985 di nuovo su Canale 5 con Lino Banfi, Carmen Russo, Edwige Fenech e Lino Toffolo.
In una delle sue ultime interviste con una certa ironia, l’attrice aveva detto: “avevo il sedere più bello del mondo ma non ho avuto altrettanto culo nella vita”.
Si ritirò dalle scene italiane nella seconda metà degli anni Ottanta, andando a lavorare in Francia in una televisione francese e successivamente tornò negli Stati Uniti nel 1987 e chiuse definitivamente con il mondo dello spettacolo, anche per via di un lifting mal riuscito al naso che le rovinò il bellissimo viso.
Ebbe diversi problemi di dipendenza, da cui fortunatamente riuscì ad uscirne.
Negli anni passati era rimasta vittima di un incidente, nello specifico, nel gennaio 2009 l’auto su cui stava viaggiando finì fuori strada, riportando gravi fratture.