
Acerra. Bimba di 9 mesi muore sbranata da un pitbull: il cellulare del padre sotto indagine
Le autorità giudiziarie di Nola hanno sequestrato il telefono di Vincenzo Loffredo, padre della piccola Giulia, deceduta ad Acerra nella notte tra il 15 e il 16 febbraio dopo essere stata attaccata dal cane di famiglia. Il barista ha raccontato agli inquirenti che la bambina dormiva con lui quando è avvenuta la tragedia.
Indagini in corso
Secondo quanto riferito dal legale di Loffredo, Luigi Montano, il sequestro del cellulare è stato effettuato nei giorni scorsi, mentre la polizia scientifica ispezionava l’abitazione per cercare eventuali prove. L’officina investigativa si è concentrata sulla presenza di tracce ematiche e sulla ricostruzione della scena, che sarebbe stata ripulita da alcuni parenti prima dell’arrivo delle autorità, secondo quanto dichiarato dal padre della vittima.
L’uomo, 24 anni, ha chiesto di essere ascoltato dal magistrato per chiarire la sua posizione e allontanare sospetti su un possibile coinvolgimento nella contaminazione delle prove. Gli accertamenti nella casa sono durati oltre otto ore.
Il racconto del padre e i sospetti degli investigatori
Loffredo ha riferito di aver trovato la figlia riversa sul pavimento accanto al letto, in una pozza di sangue. Dopo averla presa in braccio, si sarebbe precipitato in ospedale, chiamando il pronto soccorso durante il tragitto per accertarsi che fosse operativo.
Gli inquirenti vogliono ora verificare gli spostamenti del padre nelle ore cruciali e analizzare l’uso del telefono per capire se fosse effettivamente addormentato quando è avvenuto l’attacco.
Nel frattempo, emergono nuovi dettagli sul dramma: il medico che ha soccorso la bambina ha confermato che la piccola era già deceduta da almeno mezz’ora al momento dell’arrivo in ospedale e che il volto era devastato dai morsi.
L’inchiesta prosegue per chiarire eventuali responsabilità nella morte della bambina e nell’eventuale alterazione della scena dell’aggressione.