
CASERTA/AVERSA/SANTA MARIA CAPUA VETERE. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in composizione collegiale e sotto la presidenza del Giudice Giovanni Caparco, affiancato dai Giudici Maione e Iorio, ha pronunciato la sentenza riguardante il processo che vedeva coinvolti nove specialisti in otorinolaringoiatria e alcuni dirigenti amministrativi delle più rinomate strutture sanitarie accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, operanti nella città e nella provincia di Caserta.
Le cliniche interessate dal procedimento erano: Clinica Sant’Anna di Caserta; Clinica Minerva S.p.A. di Santa Maria Capua Vetere; Clinica Villa Fiorita di Aversa; Alba Clinica San Paolo Srl di Aversa e Clinica Villa del Sole di Caserta.
Le imputazioni
Il processo si articolava su ben 131 contestazioni, focalizzate principalmente sulla presunta esecuzione di interventi estetici al naso, celati come operazioni funzionali per il trattamento di patologie respiratorie. Secondo l’accusa, tali interventi venivano impropriamente classificati come necessari, inducendo il Sistema Sanitario Regionale a rimborsare procedure che avrebbero avuto, in realtà, una finalità essenzialmente estetica. Le principali incriminazioni riguardavano il reato di falso ideologico aggravato in atto pubblico (art. 479 c.p., con una pena prevista fino a 10 anni di reclusione) e la truffa aggravata ai danni di un ente pubblico.
Gli imputati erano i dottori Giovanni Galluzzo, Magno Carlo, Nicola Mirra, Michele Scapaticci, Romano Vincenzo, Sepe Fioravante, Caterina Zitiello, Emilio Giangrande e Luca Luigi Tornatore..
Il dibattimento
Il processo si è protratto per anni, con l’audizione di numerosi testimoni, tra cui molti pazienti degli imputati, e l’acquisizione di centinaia di cartelle cliniche. Tra gli esperti ascoltati in aula figuravano i dottori Edgardo Di Lullo e Tari, responsabili del settore Controllo Appropriatezza dell’ASL di Caserta. Ha deposto in aula anche il Professor Domenico Di Maria, Primario di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Benevento, chiamato come consulente tecnico dall’avvocato Imperatore.
Il verdetto: assoluzione con formula piena
Il giudizio finale è stato chiaro: assoluzione totale con la formula “perché il fatto non sussiste”. Tale sentenza è stata pronunciata su richiesta concorde della Pubblica Accusa, rappresentata dal Sostituto Procuratore Pontillo, e della difesa. L’impianto difensivo ha evidenziato, con il supporto della stessa Procura, che gli interventi chirurgici contestati erano realmente indispensabili per la cura di patologie respiratorie e non miravano a scopi estetici.
Con questa decisione, il Tribunale ha messo fine a un lungo iter giudiziario, restituendo piena dignità professionale ai chirurghi interessati.

