ACERRA. Vincenzo Loffredo, padre della piccola Giulia, la bambina attaccata da un pitbull ad Acerra, sarebbe stato sottoposto questa mattina a un test tossicologico. L’uomo, nella notte, avrebbe raggiunto la clinica stringendo la figlia tra le braccia, in evidente stato di shock. Le autorità vogliono verificare che il suo stato confusionale fosse dovuto esclusivamente allo choc subito dopo aver scoperto la tragica sorte della bambina. L’episodio è avvenuto in un’abitazione di via Amerigo Nobile, rione Ice Snei.

Inizialmente, Vincenzo avrebbe riferito di essere stato assalito insieme alla figlia da un cane randagio per strada. Tuttavia, una volta giunta in clinica la sua compagna Angela, a cui aveva telefonato poco prima, la versione dei fatti sarebbe cambiata. La giovane donna, con cui convive da circa un anno, lo avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente, colpendolo con rabbia.

Tracce di sangue in casa

Prima di recarsi in ospedale, Angela sarebbe passata dall’abitazione familiare, trovandola cosparsa di sangue. A quel punto, Vincenzo avrebbe modificato la sua testimonianza, ammettendo che Giulia era stata aggredita dal pitbull di casa mentre lui dormiva profondamente. Non si sarebbe accorto di nulla, né dei lamenti della piccola né del caos generato dall’animale.

L’intervento dei medici

L’uomo non avrebbe reagito alle percosse della compagna, probabilmente paralizzato dallo shock. Giulia, colpita alla testa dal cane, è arrivata in clinica in condizioni disperate. Indossava un pigiamino quasi intatto, ma i sanitari della Clinica dei Fiori non hanno potuto salvarla: la bambina era già in arresto cardiaco e cianotica. La scena, devastante, avrebbe turbato anche gli agenti accorsi sul posto.

L’autopsia per chiarire la dinamica

Un primo esame medico ha evidenziato possibili traumi alla base del collo, probabilmente dovuti ai violenti strattoni subiti. Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura di Nola, a determinare con precisione le cause del decesso.

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