
CASAL DI PRINCIPE. Ad un mese dalla tragica scomparsa di Felice Cannavale, il ventisettenne investito fuori dalla pizzeria Radici sulla strada tra Villa Literno e Cancello ed Arnone, la sua famiglia e la fidanzata non trovano pace. Il dolore per la perdita di Felice si unisce alla rabbia per un sistema che, secondo loro, non tutela adeguatamente le vittime della strada. La loro voce si leva con un appello accorato: sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni affinché tragedie come questa non si ripetano.
Il ricordo della famiglia
“Nessuno è pronto a perdere una persona cara ma talvolta questo accade in maniera straziante. Era un sabato sera, l’11 gennaio 2025, un giorno che non dimenticheremo mai più. Doveva essere una serata come tante con la fidanzata e gli amici, una pizza insieme che si è trasformata in tragedia… Felice, nostro fratello, non è più tornato a casa. Investito e abbandonato sulla strada sotto la pioggia, solo come un cane.”
I familiari ricordano il giovane come una persona responsabile e generosa, con tanti sogni da realizzare, strappato alla vita per colpa di incoscienza e disattenzione alla guida. “Non è giusto strappare la vita ad un giovane per superficialità. Stavolta è toccato a Felice, ma a quanti altri è già successo e a quanti altri ancora accadrà?”
Un impegno per l’educazione stradale
Dal dolore nasce la volontà di agire: “Vogliamo parlare ai ragazzi, sensibilizzare sull’educazione stradale perché quanto accaduto a lui e a noi non succeda ad altre famiglie! La morte di Felice dovrà essere un esempio da non replicare.”
La famiglia si rivolge alle istituzioni affinché le leggi sull’omicidio stradale siano applicate con maggiore severità e affinché si investa nella prevenzione e nell’educazione stradale. “Bisogna smuovere le coscienze, educare e far riflettere i giovani.”
L’appello della fidanzata Raffaella
Anche la fidanzata di Felice, Raffaella, ha espresso la sua indignazione: “Un altro nome si aggiunge alla lunga lista di vittime della strada, della negligenza e dell’indifferenza istituzionale. L’alta velocità, la scarsa illuminazione dell’area, la mancanza di prestato soccorso da parte del conducente dell’auto e molti altri elementi sono stati fatali per la sua vita.”
Raffaella denuncia l’assenza di interventi sulla sicurezza stradale e l’inerzia delle istituzioni: “Nessun intervento sulla viabilità, nessuna installazione di dossi, nessuna campagna di sensibilizzazione per i giovani alla guida. Il risultato? Strade trasformate in trappole, vittime dimenticate e una giustizia che tarda ad arrivare.”
Con un messaggio carico di dolore e amore, conclude: “Ciao amore mio, nessuna giustizia potrà mai ripagare ciò che ti è stato tolto.”
Un appello per il cambiamento
La famiglia di Felice e la sua fidanzata chiedono che la sua morte non venga dimenticata e che diventi un simbolo per un cambiamento concreto. La loro battaglia per la sicurezza stradale è appena iniziata, con la speranza che la loro voce possa salvare altre vite.

