
NAZIONALE – La Procura di Milano ha rinviato a giudizio Chiara Ferragni per la presunta truffa del pandoro pink e delle uova di cioccolato. A darne notizia la difesa dell’influencer e imprenditrice. “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza“, il commento a caldo della Ferragni.
Questo significa che Chiara Ferragni, insieme al suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, ad dell’azienda dolciaria, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID andranno a processo. Processo che si aprirà il prossimo 23 settembre davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Milano.
Ci saranno anche 8 consumatori che avrebbero acquistato i prodotti sponsorizzati da Chiara Ferragni e due rappresentanti di associazioni, l’Associazione utenti servizi radiotelevisivi e Consumatori italiani, indicati dai pm come “persone informate sui fatti” e dunque come testimoni nel procedimento a carico della influencer.
Cosa rischia Chiara Ferragni
Chiara Ferragni è accusata di truffa per aver venduto pandori e uova di cioccolato con la promessa che una parte del ricavato dalla vendita andasse in beneficenza. In realtà la beneficenza era stata fatta prima della vendita e in una somma totalmente slegata dal fatturato delle vendite.
Per gli inquirenti, “con artifizi e raggiri“, avrebbero “indotto in errore un numero imprecisato di consumatori” convinti che con l’acquisto dei prodotti avrebbero “contributo a sostenere le imprese sociali coinvolte”.
Nel nostro sistema penale il reato di truffa viene punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni e una multa da 51 a 1032 euro. Ben più grave il reato della truffa aggravata punita con la reclusione da 1 a 5 anni e una multa da 309 a 1549 euro.