Sessa Aurunca. Morsa da ragno violino, la fanno attendere nonostante si senta male.
Una giovane donna di Sessa Aurunca, a metà gennaio, è stata morsa da un ragno violino, cosa che le ha procurato un fortissimo malessere, e invece di essere soccorsa subito l’hanno fatta aspettare ore al Pronto Soccorso.
La donna, una mattina, appena sveglia, ha sentito un forte dolore alla gamba sinistra, come un bruciore. Andando a guardare meglio, si è ritrovata dei segni sulla gamba simili a puntini neri ravvicinati, come fosse sangue secco.
Non ci ha messo molto la donna a realizzare che non era stata una zanzara a farle quello come pensava all’inizio, ma un ragno e di lì a poco la situazione sarebbe degenerata per la sua salute.
Si è inizialmente recata in farmacia per chiedere una cura preventiva ma dopo due giorni si è risvegliata in preda alle convulsioni e con una febbre fortissima che ha raggiunto i 40 gradi.
Così è corsa in ospedale e lì è iniziato un altro incubo. Raggiunta la struttura sanitaria con 39 di febbre cerca di farsi vedere subito essendo in preda a un forte malessere, ma doveva prima registrarsi e per registrarsi ha dovuto attendere 30 minuti, tempo che ha trascorso con un fortissimo mal di testa che sembrava le andasse a fuoco.
Poi, verso mezzogiorno, la malcapitata viene registrata, ma la fanno aspettare altre 4 ore solo per un prelievo del sangue.
Alla donna era stato riferito che dovevano farle una flebo di penicillina endovena, ma un’infermiera ha affermato che erano già tutte assegnate e non potevano farla a lei. Allora la malcapitata, dato il dolore alla testa e la febbre che stava salendo, ha chiesto almeno una tachipirina, richiesta più volte.
Successivamente le hanno proposto di restare in osservazione per circa 24/48 ore. Così la donna ha deciso di firmare e di andarsene. Stando al personale medico, è stata morsa appunto da un ragno violino, dato i sintomi che la malcapitata presentava.
La donna si è quindi recata dal medico curante che le ha prescritto una cura di siringhe antibiotiche, più bentelan e penicillina.
Una volta finita la cura, la donna dovrà fare ulteriori accertamenti per verificare che stiano facendo effetto e che il peggio sia passato.
La donna stessa ha riportato l’accaduto e punta il dito, non contro il personale medico, ma contro la politica, perché a detta sua, i medici e il personale sanitario, nonostante gli sforzi, a causa dell’abbandono delle autorità, sono costretti a lavorare coi pochi mezzi a disposizione e quindi a non poter prestare soccorso a tutti come dovrebbero.
E lancia una appello alle persone dicendo loro di stare attenti a segni o sintomi simili e non prendere la cosa sottogamba.