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“Porta i soldi altrimenti finisce male”: vittime di usura minacciate anche sui social, gli indagati sono 4

BELLONA/VITULAZIO. Da anni gestivano una “fiorente” attività di usura tra i comuni casertani di Bellona e Vitulazio, praticando interessi che andavano dal 40 al 140%, e ricevendo ogni mesi dalle vittime somme dai 100 ai 1200 euro.

E’ quanto contestato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere a due coniugi di Bellona, in cui era la donna, la 44enne Colomba Modesto, a tenere in mano il business illecito, con la complicità del marito coetaneo Gianluca D’Agostino e della madre 65enne Raffaela Vigliotti.

Per i tre indagati la procura guidata da Pierpaolo Bruni ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari misure cautelari, oggi eseguite dai carabinieri della Compagnia di Capua: in particolare la Modesto è finita in carcere, il compagno ai domiciliari e la madre è stata raggiunta dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra gli indagati compare anche la sorella della Modesto, di 29anni. Le indagini sugli episodi di usura sono nate per caso nel febbraio del 2024, quando una ragazza denunciò ai carabinieri di Vitulazio per stalking il compagno; emerse in quella circostanza la difficoltà della denunciante a saldare un debito di 2500 euro che il compagno aveva contratto verso una donna residente a Bellona, debito che era salito a 5000 euro.

Durante le indagini i carabinieri hanno anche perquisito casa dei due coniugi, rinvenendo i registri dove venivano annotati prestiti e debitori, e delle cambiali. E’ poi emerso che le vittime pagavano ogni mese e c’era hi pagava da più di dieci anni. Gli indagati, se le vittime non pagavano, non esitavano a minacciarle pesantemente o anche a diffamarle sui social; “porta i soldi altrimenti finisce male, anzi malissimo”, sono alcune delle minacce intercettate dagli inquirenti.