Gricignano d’Aversa/Napoli. Muore a soli 19 anni mentre lavorava, fissati i funerali.
Una settimana fa, durante il pomeriggio proprio di venerdì, si è verificato un brutto incidente nella fabbrica di FrigoCaserta a Gricignano d’Aversa.
In quell’incidente, un ragazzo di appena 19 anni, Patrizio Spasiano, di Secondigliano, ha purtroppo perso la vita.
Una terribile tragedia che ha sconvolto sia Gricignano che Secondigliano, in special modo la famiglia del giovane e le persone che lo conoscevano e amavano.
Dopo una settimana, la sua salma, che era stata sequestrata per eseguire i dovuti esami autoptici, è stata liberata e restituita alla famiglia, così da permette i funerali che si terranno domani.
Il corpo del giovane raggiungerà la Chiesa Cristo Re nel rione Berlingieri a Secondigliano, in provincia di Napoli alle ore 11:30, e il rito esequiale sarà celebrato alle ore 12.
La famiglia del giovane non si dà pace per tale tragedia, e sui social lanciano continui appelli, queste le parole della madre:
“Mio figlio non lo so com’è morto, non lo so quanto tempo ci ha messo a morire. Un solo giorno, un solo giorno in più mi basterebbe. Chissà se mi ha chiamato per chiedere aiuto. Io non l’ho visto più. Quando sono arrivata là non mi sapevano dire Patrizio dove stava. Cosa era successo. I soccorritori dicevano che non sapevano niente. Nessuna mamma deve provare quello che sto provando io. Patrizio è un ragazzo che ha lavorato sempre. Gli abbiamo sempre detto che doveva imparare un mestiere. Lui voleva diventare grande. Voleva costruirsi un futuro, una famiglia. Patrizio era un buono. Patrizio è morto ingiustamente. Mio figlio era Patrizio Spasiano, non un operaio morto sul lavoro. A mio figlio piaceva tanto il suo nome, era quello di suo nonno. A volte lo prendevo in giro, gli dicevo potevo chiamarti magari Lorenzo. E lui diceva: “No mamma, io sono Patrizio Spasiano”.
“Era voluto bene da tutti, amava tantissimo la sua fidanzata”, ha affermato la sorella.
“Non l’ho mai visto arrabbiato, nonostante i problemi. Ha sempre lavorato, non ha mai creato problemi, rideva tutti i giorni”, lo ricorda così un amico.
Ora, la famiglia e gli amici, che si preparano per dare l’ultimo saluto al giovane domani mentre attendono ancora l’esito dell’autopsia.
“Una famiglia distrutta dal dolore ma che nonostante ciò riesce a mantenere grande dignità. Ora come gli spieghiamo, a loro che hanno educato Patrizio alla cultura del lavoro, che un ragazzo che faceva il tirocinante, sfruttato fino al midollo, può non tornare a casa per un incidente di tale gravità sul lavoro? Come gli spieghiamo che Patrizio non sarà più con loro perché gli è stato chiesto, pur non essendo esperto, di eseguire un intervento non in sicurezza? Gli altri operai, quelli esperti, mentre il 19enne andava incontro alla morte sono fuggiti via. Lo hanno fatto perché non c’era nulla che potessero fare o hanno deliberatamente lasciato il ragazzo al proprio destino? A queste domande bisogna dare risposte. Ora i titolari delle ditte spingeranno per riaprire il più in fretta possibile ma non potrà essere così finché non si farà luce. E’ morto un ragazzo di 19 anni e qualcuno ne dovrà pur essere responsabile. Sul lavoro, in strada a causa della mano di un delinquente, stiamo assistendo ad una strage di giovani e non si può lasciare impotenti a guardare”.