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Dipendenti comunali pagati per stare al bar, 38 a processo: si salvano solo i politici

CASAL DI PRINCIPE. Primo passaggio chiave nel processo per 44 indagati coinvolti nell’inchiesta sull’assenteismo degli Lsu al Comune di Casal di Principe. L’ipotesi di reato per i furbetti è di truffa, per gli amministratori locali è di abuso di ufficio.

Il gup Di Sarno all’atto dell’udienza preliminare ha deciso il non luogo a procedere per sindaco e giunta dell’epoca (l’ex primo cittadino Renato Natale e gli assessori Vincenzo Noviello, Antonio Schiavone, Maria Letizia, Antonio Natale e Marisa Diana): cade per tutti l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. Vanno invece a processo per truffa i 34 Lsu e i funzionari coinvolti: a maggio comincerà dunque il dibattimento per gli Lsu Giuseppe Capoluogo; Michele Caterino; Valerio Caterino; Vincenzo Caterino; Luigi Corvino; Pasquale Corvino; Michele Diana; Giuseppe Di Girolamo; Giuseppe Di Filippo; Luigi Ferraiuolo; Nicola Gagliardi; Giuseppe Iaiunese; Vincenzo Iaiunese; Romolo Iaiunese; Pasquale Iorio; Pasquale Massaro; Federico Monopolio; Mario Paone; Leonetti Petrillo; Agostino Puocci; Biagio Russo; Salvatore Schiavone; Nicola Vassallo; Salvatore Vitale; Luigi Arrichiello; Carlo Aversano; Giuseppe Fontana; Elia Pietro Paolo Pignata; Mario Quadrano Iavarazzo; Francesco Cosimo; Vincenzo Pagliuca; Giovanni Sarracino; Gaetano Simeone; Pasquale Martino e per i dirigenti Enrico Pignata, Vincenzo Cenname, Giovanni Palmiro Cosentino e Francesca Nugnes.

L’indagine

Gli indagati furono coinvolti nell’inchiesta sulla truffa degli Lsu del Comune di Casal di Principe pagati per lavori mai svolti. L’accusa è di abuso d’ufficio. In totale fu requisita una somma complessiva di circa 168.000 euro.

L’attività investigativa diretta dalla Procura di Napoli Nord ha interessato la gestione dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU) da parte di alcuni appartenenti all’Amministrazione Comunale, di cui si ipotizza una responsabilità nell’anomala programmazione e registrazione del servizio e nelle illecite retribuzioni corrisposte a costoro.

Nel corso dell’indagine, si e appurato che l’Amministrazione ha erogato in modo illegittimo somme di denaro per ore di lavoro mai prestate, che venivano comunicate dagli stessi lavoratori ai loro referenti senza un effettivo controllo sia della presenza che delle prestazioni rese. Gli operai venivano altresì impiegati senza la prevista pianificazione delle attività.

Pagati per stare al bar

Tra i lavoratori indagati, vi sono un soggetto che, pur producendo certificazione medica di malattia, svolgeva attività lavorativa in un bar di Casal di Principe e un altro che, pur se collocato in pensione, continuava a prestare servizio negli Uffici Comunali, percependone il relativo compenso.

Si contestano, a vario titolo, i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, false attestazioni per dipendenti delle amministrazioni pubbliche e l’abuso d’ufficio.