Caserta. Ospedale al collasso, troppi accessi e personale allo stremo.
L’ospedale di Caserta Sant’Anna e San Sebastiano sta vivendo un momento davvero tragico. Ogni giorno si registrano anche più di 200 accessi al Pronto Soccorso, il che mette in difficoltà il personale ospedaliero.
A causa di tale situazione, il personale sanitario è sottoposto a uno stress psico-fisico senza precedenti. A confermare tale situazione Guido Alfano, infermiere del Pronto Soccorso dell’ospedale di Caserta intervistato da Tg Regione.
Sempre stando alle sue parole, i pazienti con entità meno gravi sono costretti ad attendere più a lungo, ma il personale si sforza di dare assistenza immediata ai casi più urgenti.
Questa situazione fa si che i codici saltino e quindi i tempi di permanenza si allungano, facendo nascere incomprensioni che spesso sfociano in aggressioni contro il personale.
Dopo Alfano, è stato intervistato anche Nicola Cristiani, Segretario Cisl -Fp Caserta.
La situazione dell’ospedale di Caserta è così drammatica a causa anche della chiusura dei due ospedali di Maddaloni e di Santa Maria Capua Vetere, che costringe le persone di quelle zone, e non solo, ad andare nella struttura ospedaliera di Caserta per visite e cure mediche.
Stando alle parole dell’intervistato, i cittadini della zona Beneventana, di Maddaloni, e della zona centrale della provincia di Caserta, si vedono costretti a riversarsi in quella struttura, aggravandone la situazione.
E continua affermando che ulteriore problema è la medicina territoriale, non essendo ancora pronta, e c’è la necessità di aprire nuove strutture come ospedali di comunità, case di comunità, ampliare la rete di medici di famiglia e favorire le cure domiciliari.
E in tutto questo ci si chiede: “I politici casertani che siedono a Roma e a Napoli dove stanno?”