CASTEL VOLTURNO. È una di quelle storie che appare incredibile in un paese normale, ma che in una città come Castel Volturno ormai assume i contorni dell’ordinarietà, dopo che la storica e lussureggiante pineta della Riserva Naturale della riviera Domitiana è stata attaccata, qualche anno fa, dalla “cocciniglia tartaruga” dei pini, il cui nome scientifico è Toumeyella Parvicornis”. Dal 2020 ad oggi sono morti centinaia e centinaia di alberi di pino, alcuni dei quali seminati durante il periodo della bonifica del Basso Volturno nel ventennio fascista. Di recente molti alberi in zona Domitiana, Pineta Grande e nel quartiere Baia Verde sono divenuti degli spettrali e pericolosissimi “scheletri di legno” pendenti su abitazioni e strade private o pubbliche. Numerosi arbusti sono stati già abbattuti dalle buriane di mare che hanno interessato il litorale Domitio e i danni risultano essere ingenti. Tra le altre cose si sono intensificate le richieste di intervento ai vigili del fuoco e alla protezione civile di Castel Volturno, in quanto quello che era il patrimonio boschivo della città Domitiana ormai è divenuto “l’abominio della desolazione” del profeta Daniele ( per rendere l’idea con una citazione biblica).
Nella giornata di ieri, in questo contesto surreale, ma reale, i vigili del fuoco del comando di Mondragone, sono dovuti intervenire, con il supporto di mezzi speciali, nell’ex zona Radar (della base Nato), in quanto uno dei suddetti alberi di pino decrepiti e pericolanti, ubicato in un lotto intercluso e non edificato, è stato segnalato perché rischia di abbattersi su un’abitazione privata vicina, di proprietà di un’insegnante della località rivierasca. In base alle informazioni raccolte, un’altra piaga tipica di Castel Volturno, oltre alla pericolosità di centinaia e centinaia di pini decrepiti, è la mancata manutenzione e pulizia dei lotti abbandonati o interclusi, per i quali, dopo gli interventi realizzati grazie all’ordinanza dell’ex sindaco Dimitri Russo, che prevedeva operazioni di recinzione e di bonifica a carico dei proprietari che lasciavano nel degrado le loro proprietà, sono rimasti nelle condizioni in cui versavano 5-6 anni fa. Pertanto nel caso segnalato ieri, dopo le operazioni di manutenzione risalenti ai tempi ormai remoti, l’incuria e l’impossibilità di rimuovere nell’immediato un albero di pino pericolante, ha costretto i vigili del fuoco a transennare l’aria di possibile caduta, e quindi di rischio, e nel contempo l’insegnante proprietaria dell’abitazione in pericolo si è vista non solo impossibilitata nell’affrontare preventivamente una vicenda paradossale, ma costretta a subire la mortificazione di non potersi sentire più sicura in alcuni ambienti della sua villetta, ora nastrata e interdetta fino alla rimozione del rischio, a causa dell’incuria dei vicini. È una storia che rientra nei canoni della giurisprudenza privata, ma che diviene un caso di sicurezza pubblica, dopo che nonostante le diverse segnalazioni ed esposti, dei vicini proprietari del lotto semi-abbandonato non si è visto nemmeno l’ombra.
Una situazione incresciosa e complicata persino per il Comune di Castel Volturno, per i vigili urbani e per gli uffici preposti che da tempo si sono mobilitati per risolvere il suddetto caso, il quale è solo un esempio di tanti altri episodi di inciviltà che si consumano sul territorio e degradano l’immagine della cittadina litoranea.