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Fu bruciata due anni fa: torna a rivivere la casetta dei libri. Arrivano vescovo e prefetto

San Felice a Cancello. Rinasce per la terza volta la «Casetta dei libri di San Felice a Cancello» in piazza Giovanni XXIII. Inaugurata la prima volta il 5 dicembre 2021 per permettere agli abitanti di San Felice di scambiarsi i libri nella piazza principale della città: sostituendo al tempo passato a bighellonare – soprattutto i giovani – quello della lettura, la Casetta ha visto una prima volta andare in fumo il suo contenuto: i libri, ai primi di maggio del 2022. I volumi presenti all’interno della Casetta vennero infatti bruciati da sconosciuti, forse per una bravata.

Quindi giorni dopo, il 19 maggio, la Casetta rinasce grazie alla collaborazione di tante persone e soprattutto a tante donazioni di libri provenienti da tutta la provincia. Lo scorso ottobre, non vengono bruciati i libri ma viene danneggiata direttamente la Casetta, che non sta più in piedi da sola. Ma a farla rinascere questa volta intervengono degli anziani del paese, un falegname e anche alcuni detenuti del vicino carcere di Arienzo, coinvolti grazie alla direzione penitenziaria e al Comune di San Felice. Il prossimo 12 dicembre alle 16.30, in piazza Giovanni XXIII, la «Casetta dei libri di San Felice a Cancello» sarà di nuovo inaugurata e al fianco della promotrice – testarda nell’insistere a farla rivivere, come è testarda la speranza, l’avvocato Monica Ippolito – ci saranno anche il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna (San Felice ricade nel territorio della Diocesi di Acerra), il prefetto di Caserta, Lucia Volpe; il sindaco di San Felice a Cancello, Emilio Nuzzo; e straordinariamente il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, venuto appositamente a San Felice per la Casetta e per celebrare gli ottanta anni dalla fondazione delle Acli, in un dibattito poco dopo a Santa Maria a Vico, alle 17.30, nelle «Biblioteche civiche suessolane» (via Appia Antica, 195).

Un’iniziativa lodevole anche se per risvegliare le coscienze ci vuole altro soprattutto in determinati territori. In altri comuni ogni tanto ci imbattiamo in queste casette che molto spesso vengono lasciate lì quasi abbandonate con i libri dentro che si ingialliscono. L’associazionismo dovrebbe vivere maggiormente i territori e rapportarsi con le reali esigenze delle famiglie. Ci sarebbero tante cose da fare, ci vuole un po’ di coraggio, un convegno sugli effetti delle nuove droghe o sui rischi legati al fenomeno dell’usura…