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Resa dei conti tra detenuti in carcere, celle devastate

 

AVERSA. “Giornata di follia nel carcere di Aversa, con una serie di liti e violenze tra detenuti che hanno reso incandescente la quotidianità del penitenziario. Solo grazie all’intervento del personale di polizia penitenziaria la situazione non è degenerata, ma la situazione è grave”. La notizia arriva da Raffaele ‘Lello’ Munno, vicesegretario per la regione Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“La vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario italiano. Un’aggressione tra detenuti in carcere è inaccettabile, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli!”.

Commenta Tiziana Guacci, segretario regionale: “Quel che sta succedendo negli ultimi tempi nelle carceri regionali – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti”.

Per il leader nazionale del SAPPE, Donato Capece, “ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici.Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Aversa”. È così che” gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali”. Capece ricorda, inoltre, che “il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant’è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale”. “Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Aversa, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude Capece.