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Brutte notizie per chi becca una multa: a gennaio scattano gli aumenti

NAZIONALE – A partire dal 1° gennaio 2025 le multe per violazione del codice della strada potrebbero subire un rincaro. Questo perché il prossimo 31 dicembre scadranno i due anni di sospensione dell’aggiornamento biennale delle sanzioni, sanciti dalla legge di Bilancio 2023 in considerazione dell’eccezionale situazione economica derivante dall’emergenza Covid e dalla crisi energetica.

Siccome in legge di bilancio 2025 non sono state inserite nuove sospensioni, dovrebbe avvenire quindi l’aggiornamento delle tariffe che sono rimaste al 2020. L’aggiornamento delle multe avverrà in base all’incremento dell’indice di variazione dei prezzi al consumo verificatosi nei due anni precedenti previsto dall’art. 195 del Codice della Strada.

Le prime stime parlerebbero di un aumento del 5,7%. Quindi analizzando le principali violazione al codice della strada, la multa per divieto di sosta passerebbe da 42 a 44 euro, per il passaggio con il semaforo rosso si pagherebbero 177 euro rispetto agli attuali 167 e per la guida al telefono 174 euro rispetto a 165. Le multe per eccesso di velocità, invece, passerebbero da 173 a 183 euro per chi guida da 10 a 40 km/h oltre il limite consentito, da 543 a 574 euro da 40 a 60 km/h e da 845 a 893 euro per chi supera il limite di oltre 60 km/h. Mentre, per chi venisse colto a guidare in stato di ebbrezza con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l (sanzione minima) la multa passerebbe da 543 a 574 euro.

Ma da gennaio l’aumento potrebbe anche essere superiore. Un documento di Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale), ha indicato la possibilità che il Governo potrebbe anche decidere, con una nuova norma, di tener conto, per l’aumento delle sanzioni, non dell’inflazione degli ultimi due anni ma di quella degli ultimi quattro.

Quindi dal 2020 al 2024 recuperando i due anni di sospensione. In questo modo sarebbe una bella mazzata per gli automobilisti perché in 4 anni l’indice è cresciuto del +17,3%. 

C’è poi un’altra strada che è quella di una nuova sospensione lasciando tutto invariato fino al dicembre 2026. La verità la sapremo dalla legge di bilancio 2025.